NOTIZIE STORICHE SUL MARTINISMO di Jean BRICAUD
Jean Bricaud
NOTIZIE STORICHE SUL MARTINISMO
Di tutti gli Ordini di Massoneria Illuminista sbocciati in Francia nello spirito del XVIII°
secolo, nessuno ebbe un’influenza comparabile a quello che è entrato nella storia sotto il nome di
Martinismo. La sua apparizione coincide con quella di uno strano personaggio che si chiamava
Joachim Martinez Pasqualis. Ancor oggi, alcuni lo ritengono di razza orientale, altri un ebreo
portoghese. In realtà, Martinez non fu né l’uno né l’altro. La sua famiglia era originaria d’Alicante,
in Spagna, dove il padre nacque nel 1671, come risulta dalla sua patente massonica trasmessa a suo
figlio, il 26 marzo 1763, alla Gran Loggia di Francia.
Secondo lo stesso documento, Joachim Martinez Pasqualis era nato a Grenoble nel 1710.
Nel 1769, all’epoca di un processo con un certo de Guers, provò la sua cattolicità; non era dunque
ebreo. Martinez Pasqualis, che firmava anche Don Martinez di Pasqually, passò la sua vita ad
insegnare nelle Logge, sotto forma di rito massonico superiore, un sistema religioso al quale dava il
nome di Rito degli Eletti Cohens vale a dire dei Sacerdoti Eletti (Cohen, in ebraico significa ”
sacerdote “). Solo i Massoni che possedevano il grado d’Eletto potevano entrare nel rito degli Eletti
Cohens.
Martinez percorse misteriosamente una parte della Francia, il Sud-est ed il Sud della. Usciva
da una città senza dire dove andava, arrivava senza lasciare intravedere di dove veniva. Propagando
la sua dottrina, raccolse degli adepti nelle Logge di Marsiglia, Avignone, Montpellier, Narbonne,
Foix e Tolosa. Si stabilisce infine a Bordeaux, in 1762, e là sposò la nipote di un vecchio maggiore
del Reggimento di Foix.
A Bordeaux, Martinez si affiliò alla Loggia “La francese “, l’unica delle quattro Logge
Simboliche allora in attività nella città. Si sforzò di rianimare lo zelo dei Massoni bordolesi e, dopo
essere assicurato il concorso di parecchi di essi, scrisse, il 26 marzo 1763, alla Gran Loggia di
Francia: ” Ho elevato a Bordeaux un tempio alla gloria del Grande Architetto, rinchiudendo i
cinque ordini perfetti di cui sono il depositario, sotto la costituzione di Charles Stuart re di Scozia,
d’Irlanda e dell’Inghilterra Gran Maestro. di tutte le Logge regolari diffuse sulla superficie della
terra, oggi sotto la protezione di Georges-Guillaume, re di Gran Bretagna, sotto il titolo di Gran
Loggia “La Perfezione eletta e scozzese “.
Nello stesso tempo, inviava alla Gran Loggia una copia della patente in inglese rilasciata. il
20 maggio 1738, per il Gran Maestro della Loggia degli Stuart, a suo padre, Don Martinez
Pasqualis, Scudiero, con potere di trasmetterla a suo figlio maggiore Joachim Don Martinez
Pasqualis, per costituire e dirigere, come G:. M:. di Loggia, dei Templi alla Gloria del Gr Arch:.
Dopo uno scambio di parecchie lettere, la Gran Loggia di Francia finisce per rilasciare a
Martinez una bolla, che l’autorizzava a dare una costituzione alla sua Loggia sotto il titolo di ”
Francese Eletta Scozzese “, sotto il cui nome fu iscritta negli archivi quadri della Gran Loggia, il 1
febbraio 1765.
Questo stesso anno, partì per Parigi e si mise in rapporto con molti Massoni eminenti: il
fratelli Bacon de la Chevalerie, de Lusignan, de Loos di Grainville, Willermoz ed alcuni altri, ai
quali diede le sue prime istruzioni. Col loro concorso, il 21 marzo 1767 pose le basi del suo
Tribunale Sovrano di Parigi, dopo avere chiamato Bacon de la Chevalerie come suo sostituto.
Nel 1770, il Rito degli Eletti Cohens aveva dei Templi a Bordeaux, Montpellier, Avignon,
Foix, Libourne, la Rochelle, Versailles, Metz e Parigi. Un altro andava ad erigersi a Lione, grazie
all’attività del fratello Willermoz, che doveva essere il centro più attivo del rito di Martinez.
Il Rito degli Eletti Cohens era composto dei nove gradi ripartiti in tre classi:
Prima classe: Apprendista, Compagno, Maestro Grande Eletto ed Apprendista Cohen;
Seconda classe: Compagno Cohen, Maestro Cohen, Grande Architetto, Cavaliere Gran
Commendatore o Grande Eletto di Zorobabel;
Infine, la terza classe, segreta riservata ai Réaux-Croix, specie di classe superiore di Rosa-
Croce.
Sebbene non abbia messo per iscritto un’esposizione completa del suo insegnamento, si può
tuttavia, grazie al testo incompleto del suo Trattato della Reintegrazione degli Esseri, ai verbali dei
lavori ed allo studio delle sedute degli adepti, rendersi conto dello scopo inseguito da Martinez e
dei mezzi da lui adoperati.
Come molto i suoi contemporanei, spaventato per il materialismo dei filosofi, Martinez si
sforzò di reagire contro questa tendenza filosofica. Ai difensori della materia, oppose
un’idealizzazione della vita, una trasformazione del morale a spese degli appetiti fisici. Secondo lui,
c’è, in ogni essere umano, un lato divino che sonnecchia e che bisogna svegliare. Si può svilupparlo
al punto di liberarlo quasi interamente della materia.
In questo stato, l’uomo acquista dei poteri che gli permettono ” di entrare in relazione con gli
esseri invisibili, quelli che le Chiese chiamano gli angeli e di giungere così, non solo alla
reintegrazione personale dell’operatore, ma ancora a quella di tutti i discepoli di buona volontà “.
Metamorfosare l’uomo così, era rigenerarlo, reintegrarlo poco a poco nel suo stato primitivo;
questo era permettergli di realizzare questo stato perfetto al quale deve tendere ogni individuo ed
ogni società, perché l’illuminismo martinista comportava un’azione sociale collettiva.
Ma non si può arrivare immediatamente a questo stato di perfezione. Troppi errori si sono
accumulati dai secoli, troppi pregiudizi pesano sull’umanità. Bisogna lasciare la luce diffondersi
poco a poco, altrimenti sarebbe troppo abbagliante, accecherebbe al posto di illuminare.
Perciò, Martinez distribuiva a piccole dosi e per grado il suo insegnamento Voleva che gli
adepti, almeno quelli chiamati a penetrare i più alti arcani della dottrina iniziatica, si dedicassero
allo studio dei segreti della natura, delle scienze occulte, dell’alta chimica, della magia, della
Kabbala e della Gnosi, per arrivare così, insensibilmente, all’illuminazione ed alla perfezione.
Questa dottrina ebbe uno splendido successo ed il Grande Oriente doveva riconoscere più
tardi, che aveva saputo, fra tutti i riti mistici, raccogliere il maggior numero di aderenti e conservare
con maggior cura il segreto dei suoi misteriosi lavori.
Nel mese di maggio 1722, Martinez s’imbarcò a Bordeaux per Santo Domingo, dove per
raccogliere una successione. Morì a Port-au-Prince, il 20 settembre 1774. Lasciava un figlio che
studiava al collegio di Lescar, vicino a Pau. Prima di morire, designò per il suo successore suo
cugino, Armand Caignet di Lestère, commissario generale della Marina a Port-au-Prince.
Tra i discepoli di Martinez, un gran numero giunse alla celebrità. Citiamo: il barone di Holbach,
autore del Sistema della Natura; l’ebraizzante e kabbalista Duchanteau, l’inventore del Calendario
magico, che morì a seguito di una bizzarra esperienza d’alchimia fatta nella Loggia degli “Amis
Réunis” di Parigi; Jaques Cazotte, il celebre autore del Diavolo Innamorato; Bacon de la
Chevalerie; Willermoz che giocò un ruolo importante nella Massoneria; e, infine, il famoso filosofo
sconosciuto Claude di Saint-Martin.
Saint-Martin serviva come tenente al reggimento di Foix, quando sentì parlare di Martinez
Pasqualis e del suo Rito degli Eletti Cohens.
Dopo avere dato le sue dimissioni, venne a Bordeaux, dove fu iniziato ai gradi Cohens dal
fratello Balzac. Durante tre anni, fu il segretario di Martinez ed entrò così in corrispondenza coi
principali adepti. Assunse ben presto un ruolo di primo piano, perché i suoi profondi studi lo
mettevano in grado di penetrare profondamente nelle profondità dell’illuminismo martinista.
Fece dei frequenti viaggi a Lione, diventato centro influente del Rito. È a Lione che redasse
Degli Errori e della Verità di cui la ripercussione fu così grande sulle idee massoniche alla fine del
XVIII° secolo.
Saint-Martin, di una natura delicata, affinata da un potente lavoro intellettuale fu turbata,
spaventata anche, per le operazioni magiche con cui il suo maestro Martinez accompagnava il suo
insegnamento. Insensibilmente, si scostò delle pratiche attive alle quali si dedicavano i Réaux-
Croix, per dedicarsi unicamente allo studio della spiritualità e della mistica. Venne a Parigi, dove
l’alta società l’accolse con sollecitudine.
Soprattutto le donne gradivano la sua presenza, e molte di esse lo elessero a direttore
spirituale. Fu portato così a formare un tipo di raggruppamento puramente spiritualistico, libero da
cerimonie, rituali ed operazioni magiche.
Senza rompere con suoi fratelli Cohens, si rivolse sempre più verso il solo sviluppo delle
teorie filosofiche contenute nel sistema di Martinez e le insegnò con la sua parola ed i suoi scritti.
Fino alla Rivoluzione, alternò le sue lezioni ai suoi adepti coi viaggi all’estero, dove si creò
delle grandi relazioni. Fu durante questi viaggi, a Strasburgo ed in Germania, che scoprì Jacob
Böhme, di cui sovrappose le teorie a quelle di Martinez. Potevano, del resto, ben integrarsi perché
Böhme aveva il stesso tipo di misticismo.
Fu inquietato durante il Terrore; ma alcuni dei suoi vecchi discepoli, arrivati al potere, lo
protessero e scampò, grazie a loro, ad un’accusa politica. Morì nel 1803, lasciando, in diverse
nazioni d’Europa, di numerosi adepti.
Si è confuso spesso, sotto la denominazione di Martinisti, i discepoli di Martinez e quelli di
Saint-Martin. Sebbene le teorie fossero le stesse, una differenza profonda divideva le due scuole.
Quella di Martinez restava nella cornice della Massoneria superiore, quella di Saint-Martin
si rivolgeva ai profani. Il secondo, infine, respingeva le pratiche e le cerimonie alle quali la prima
legava un’importanza capitale.
Dopo la morte di Martinez, il Potentissimo Maestro Caignet di Lestère, suo successore, non
poté occuparsi attivamente dell’ordine e nacquero quindi delle scissioni. Morì nel 1778, dopo avere
trasmesso i suoi poteri al Potentissimo Maestro Sébastien di Las Casas.
Quest’ultimo non riuscì, o non volle, riannodare le relazioni rotte tra i diversi Templi degli
Eletti Cohens e di rifondare l’unità del Rito. Poco a poco, i Templi si misero in sonno.
Questo è mentre il capo degli Eletti Cohens di Lione, Jean-Baptiste Willermoz, per
salvaguardare la tradizione martinista prese la risoluzione di trasferirla nel Rito della Stretta
Osservanza Templare di cui era uno dei capi ascoltati, e ciò d’accordo col Potentissimo Maestro
Sostituto degli Eletti Cohens, Bacon della Chevalerie.
Si sa che la Stretta Osservanza Templare della Germania aveva in Francia una branca il cui
il centro era a Lione, nella Loggia “La Beneficenza”.
Sotto l’influenza di Willermoz, la Stretta Osservanza Templare in Francia si era evoluta
insensibilmente verso il Martinismo.
Al Convento detto “des Gaules”, organizzato a Lione da Willermoz, in 1778, aveva –
temendo che il ristabilimento dell’ordine del Tempio svegliasse i sospetti della polizia – sostituito i
Templari francesi con il Cavalieri Beneficenti della Città Santa.
Negli alti gradi dell’ordine, si preparava degli adepti a ricevere le conoscenze superiori degli
Eletti Cohens Martinisti.
I Cavalieri Beneficenti di Lione. ed il loro capo Willermoz, consideravano la Stretta
Osservanza come una scuola preparatoria, dalla quale gli Eletti erano introdotti nel Cerchio
Interiore del Martinismo.
La Stretta Osservanza Templare francese cercò, al Convento “des Gaules” di trascinare il
suo Ordine-Madre, la Stretta Osservanza tedesca, nella via dove lei stessa si era avviata.
Per questo scopo, Willermoz aggiunse due gradi segreti ai sei gradi della Stretta Osservanza
e si recò in Germania, al Convento di Wilhemsbad nel 1782, con l’intenzione di fare trionfare il suo
sistema. Trovò un appoggio nei più potenti Fratelli della Massoneria Templare: il principe
Ferdinando di Brunswick e Charles di Hesse. Ma i Martinisti francesi si trovarono davanti degli
avversari potenti: gli Illuminati di Baviera.
Il Convento di Wilhemsbad vide una lotta aspra, accanita, tra i Martinisti francesi ed i
fanatici Illuminati tedeschi. I Martinisti trionfarono.
Willermoz ottenne di presentare al convento i suoi progetti di riforma ed i suoi nuovi rituali.
Inoltre, fece accettare così il nome di Cavalieri Beneficenti della Città Santa per tutti i fratelli
dell’ordine Interiore, come si usava in Francia. Il rituale scozzese copierebbe oramai, per la più gran
parte, il rituale di Lione in che Willermoz aveva fatto inserire delle allusioni preparatorie alla
dottrina Martinista. Infine, una Commissione speciale di cui assunse la direzione, fu incaricata di
redigere i rituali e le istruzioni degli alti gradi del Regime Interiore, che ha al suo vertice due gradi
segreti Martinisti praticati nella Stretta Osservanza di Lione.
Il lavoro era a buon punto quando esplose la Rivoluzione francese, che andava ad
interrompere la vita massonica ed annichilare, in questo modo, l’influenza di Willermoz e dei
Martinisti sulla Stretta Osservanza nei paesi stranieri.
Il sistema dei Cavalieri Beneficenti non fu ristabilito in Francia che nel 1806. S’inserì quasi subito
nel Grande Oriente, con che la Stretta Osservanza aveva avuto un tempo dei trattati. In quanto agli
Eletti Cohens Martinisti, non ripresero ufficialmente i loro lavori.
Bacon de la Chevalerie, Sostituto Universale dell’ordine degli Eletti Cohens per la parte
settentrionale, sedeva tuttavia, a questo titolo, nel 1806, al Grande Concistoro dei Riti del Grande
Oriente di Francia. Ma non poté mai, malgrado le sue istanze reiterate, ottenere la riorganizzazione
dell’ordine in seno al Grande Oriente. In una lettera al Fr:. Marchese di Chefdebien, del 5 agosto
1807, deplorava la non-attività e ” il silenzio assoluto degli Eletti Cohens, sempre agiti sotto la più
grande riserva, in esecuzione degli ordini del Sovrano “.
Il sistema martinista dei Cavalieri Benefici passò in Svizzera dal Direttorio di Borgogna,
che trasmise i suoi poteri al Direttorio elvetico. Questo doveva diventare l’attuale Regime scozzese
Rettificato.
Willermoz morì nel 1824, a Lione, tramandando i suoi poteri e le istruzioni Martiniste al
suo nipote Joseph-Antoine Pont, del Regime scozzese Rettificato. In quanto ai vecchi membri
dell’ordine degli Eletti Cohens, continuarono a propagare le dottrine di Martinez, o
individualmente, o nei gruppi segreti composti di nove persone, che chiamavano Areopaghi
cabalistici.
L’insegnamento occulto di Martinez fu trasmesso nella corrente del XIX° secolo dunque, da
una parte per gli Eletti Cohens, di cui uno degli ultimi rappresentanti diretti fu il Potentissimo
Maestro Destigny, morto nel 1868; inoltre, da alcuni fratelli del Regime Scozzese Rettificato
detentori delle istruzioni segrete di Willermoz.
Infine, i discepoli di Saint-Martin diffonderanno, in Francia, in Germania, in Danimarca e,
soprattutto, in Russia, la dottrina del Filosofo Sconosciuto. È da di questi, Henri Delaage che nel
1880, un giovane occultista parigino, il Dottor Encausse (Papus), conobbe le dottrine di Saint-
Martin e prese la decisione di diffonderle. A questo scopo istituisce, nel 1884, con alcuni affiliati,
un Ordine mistico al quale impose il nome d’Ordine Martinista. Numerosi massoni esoteristi fecero
parte di quest’Ordine.
Nel 1893, i Martinisti lionesi entrarono in possesso degli archivi di Willermoz e degli Eletti
Cohens di Lione, che la vedova del fratello Joseph Pont aveva tramandato al F:. Cavarnier, dopo la
morte di suo marito.
Il Dr. Encausse ignorava che la trasmissione della tradizione martinista degli Eletti Cohens
non era mai interrotta, e che questa tradizione non aveva smesso di avere dei rappresentanti, o a
Lione, o in differenti città estere (a Lione, i fratelli Bergeron e Bréban-Salomone; in Danimarca,
Carl Michelsen; negli Stati Uniti, il Dottor Edouard Blitz).
Il Dr. Edouard Blitz, Cavaliere Beneficente della Città Santa, ed alto grado del Rito di
Memphis-Misraïm, era il successore diretto di Willermoz e d’Antoine Pont. Diventò presidente del
Grande Consiglio per gli Stati Uniti dell’ordine Martiniste, rinnovato da Papus. In 1901, nella sua
qualità d’erede legittimo di Martinez, ristabilì l’ordine negli Stati Uniti, sulle vecchie basi
tradizionali.
I suoi rappresentanti, in Francia il Dr. Fugairon e, più tardi, Charles Détré (Téder), si
sforzarono di agire nello stesso senso. Quest’ultimo poté, d’accordo con Papus, organizzare a Parigi
in 1908, un Congresso dei Riti Massonici Spiritualistici, allo scopo di annettere l’ordine Martinista
alla Massoneria degli Alti Gradi.
Infine, nel 1914, dopo un’intesa col Grande Maestro del Regime Scozzese Rettificato (Dr.
de Rib…), fu deciso di creare un unico Grande Capitolo Martinista, composto da Massoni d’alto
grado per servire di legame tra il Martinismo e lo Scozzesismo Rettificato.
Gli avvenimenti della guerra, la morte in 1916, del Gran Maestro Papus e, soprattutto, dei
cambiamenti sopraggiunti nella Grande Maestranza del Regime Scozzese Rettificato in Francia,
impedirono la realizzazione di questo progetto.
Il successore di Papus, il fratello Charles Détré (Téder), morì nel 1918, trasmettendo i suoi
poteri di Grande Maestro al fratello Jean Bricaud, di Lione. Quest’ultimo, all’epoca della
riorganizzazione del Martinismo, dopo la guerra ristabilisce l’ordine sulle basi solide della Muratura
Simbolica, decretando che, solo, oramai, i Massoni che possiedono il grado di Maestro, potrebbero
unire l’Ordine Martinista.
Il fratello Jean Bricaud assunse la Gran Maestranza dell’Ordine Martinista il 25 settembre
1918, alla morte di Téder. Era stato in contatto con Blitz tramite il Dr. Fugairon e Téder.
Aveva frequentato gli ultimi rappresentanti del Willermozismo a Lione – M. C.. ed il Dr.L…
in particolare – e raccolto i loro insegnamenti. Apparteneva alla stirpe tradizionale dei discepoli di
Martinez da cui Saint-Martin si era allontanato per rifugiarsi nella spiritualità e nella mistica pura.
Quest’ultima corrente, rinnovata da Papus nel 1887, s’inquadrava bene, teoricamente, con la
corrente Martinezista; ma lasciava agli adepti, nell’eclettismo più assoluto, il libero accesso di tutti i
sentieri della mistica.
Di più, Papus come Saint-Martin, si rivolgeva ai profani, chiedendo loro soltanto buona
volontà. In teoria, ciò è bene; ma in materia d’illuminismo, buona volontà significa spesso:
curiosità. Ora, il problema della Reintegrazione è inaccessibile alla curiosità ed ugualmente alla
buona volontà ordinaria. Per raggiungerlo, occorre una triplice disciplina: quella dello spirito,
quella dell’anima, quella del corpo.
È precisamente questa disciplina che procurava l’insegnamento progressivo degli Eletti
Cohens e, in seguito, quello della Stretta Osservanza e dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa.
Bricaud lo comprese sin dall’inizio. Per questo che lavorò ad annettere il Martinismo di
Papus alla disciplina della Gnosi.
Papus firmò, nel 1911, un trattato per che riconosceva la chiesa Gnostica Universale come
Chiesa ufficiale del Martinismo. Con quest’atto, legava l’ordine da lui rinnovato alla dottrina
occidentale secolare, di cui Martinez si era ispirato all’origine. Questo trattato, confermato ed
ampliato, nel 1917, da Téder, dava, nella sua seconda versione, ai membri dell’Alto Sinodo
Gnostico il diritto di sedere in seno al Supremo Consiglio. Martinista, a titolo di reciprocità.
L’unione intima dei due organismi era realizzata così.
Prendendo la Gran Maestranza, Bricaud fece ancor di più, ritornando totalmente alla
concezione di Martinez e Willermoz, già affermato dal convento del 1908. Sovrappose il
Martinismo alla Massoneria e decretò, come si è già detto, che solo i Massoni regolari di tutti i riti
potrebbero essere ammessi nell’ordine e, “a fortiori”, nel suo Cerchio Interiore.
Per ricevere il primo grado Martinista, fu reso necessario essere Maestro Massone e, per
essere investito degli altri, possedere minuziosamente gli alti gradi secondo una gerarchia invalsa.
Il Martinismo non era più incorporato alla Massoneria, come voluto da Willermoz. Pur
costituendo una propria personalità., era basato su questa ed era chiamato ad evolvere
l’insegnamento ricevuto nei gradi inferiori della Massoneria tradizionale.
La guerra aveva allentato e, talvolta, spezzato il legame che, un tempo, univa le diverse comunità
Martiniste del vecchio e del nuovo mondo. Le Logge si erano messe in sonno, gli adepti si erano
dispersi, non rappresentavano più di un’unità morale. Il primo gesto del Gran Maestro Bricaud fu di
ristabilire la catena. Restituì l’unità dell’ordine in Francia, fin dall’inizio del 1919.
Il cerchio lionese fu svegliato per primo. Poi quello di Parigi e, successivamente, tutti i
centri metropolitani. Il movimento guadagnò le colonie; l’Algeria e Madagascar furono i primi a
ricostituire i loro raggruppamenti.
Nel 1921, tutte le relazioni internazionali erano state riannodate ed il Martinismo aveva
ritrovato il suo pieno prestigio. L’Inghilterra era rappresentata al Supremo Consiglio dal fratello
Barone di Th… ; dei delegati generali agivano in Polonia, nella Danimarca, in Cecoslovacchia, in
Italia, nel Portogallo, in Belgio, in Romania.
Dei gruppi russi ed ucraini, strappati dal loro suolo natale si stabilivano in Francia. Il
movimento organizzato da Blitz, negli Stati Uniti in 1901, riprese relazione con il centro. Il
Messico, l’America Centrale ed il Cile riunirono di nuovo i loro aderenti e si rivolsero al Potere
Centrale nella persona del suo Gran Maestro.
Le direttive che diede, nella cornice della sua riforma furono seguite da tutti quelli che
avevano a cuore la tradizione primitiva del Martinismo. Si può quindi affermare che nel 1925
l’Ordine aveva ripreso sviluppo, restaurato la sua unità ed accettato, globalmente, la costituzione
originaria di Martinez e di Willermoz.
Quando Bricaud morì, il 21 febbraio 1934, la sua opera era compiuta, il Cerchio Interiore
era stato ricostituito su delle basi solide.
Si è già visto quale era il senso generale dell’insegnamento dato da Martinez agli Eletti
Cohens, poi ai Cavalieri Beneficenti per Willermoz. Saint-Martin aveva eliminato, per i suoi
discepoli personali, le operazioni magiche per rintanarsi nell’unica metafisica del sistema. Resta a
delimitare la dottrina tradizionale restituita dal Grande il Dottor Bricaud, da 1919, nella cornice
della Scienza e della Filosofia attuale. Un adattamento era necessario; eccolo:
Innanzi tutto, precisiamo che niente è cambiato delle basi teoriche di Martinez. Lo scopo da
raggiungere è e sarà sempre: la spiritualizzazione degli individui e delle società. Il nemico è sempre
identico: il materialismo raddoppiato dell’agnosticismo. Ma questa dottrina deleteria ha moltiplicato
le sue forze per tutte le conquiste scientifiche realizzate da cento cinquant’anni, e la filosofia che lo
ha puntellato ha completato il suo arsenale per gli argomenti del soggettivismo, del sintesismo ed
altri sistemi moderni. È dunque più temibile che mai.
Questo perché, se si vuole affermare lo spiritualismo con mezzi attuali, bisogna partire da
basi scientifiche inconfutabili, considerare la materia, assieme ai fenomeni di cui è la sede, come
parte dello spirito. Dunque, alla base della dottrina martinista si troverà una psico-fisiologia che
determina il ruolo del corpo, dell’anima e dello spirito.
Condurrà l’adepto alla convinzione scientifica di uno spirito rettore e, per così dire, creatore,
e di una materia servile, semplice modalità dello spirito, necessitato dalle contingenze spaziali e
temporali.
Lo spirito sarà la sola realtà, e la materia, un’apparenza, destinata a riassorbirsi quando lo
spirito non avrà più bisogno di un supporto per agire e pensare, cioè quando avrà riconquistato il
suo potere originario perso nel procedimento involuto delle emanazioni divine.
Così, la psicologia martinista, condotta alla preponderanza, poi alla primordialità dello
spirito, potrà concludere che è questo la sola realtà. Per essa, il corpo e le serie fenomenali di cui è
origine, sono un risultato instabile ottenuto originariamente dalla dispersione degli elementi
spirituali emanati dal Principio Divino.
L’involuzione dei suoi elementi spirituali costituisce la cosmogonia di cui lo sviluppo si
adatta con rigore all’insieme delle teorie astronomiche, geologiche e biologiche moderne.
Come sono stati emanati, e chiamati ad involversi nella materia poi, tale è lo scopo della teodicea o
piuttosto della teologia martinista di cui bisogna cercare le radici profonde nell’intimità del pensiero
umano; ma, più vicino a noi, nell’alessandrinismo e la dottrina esoterica del Cristo, specialmente
manifestato nella Gnosi.
Questo primo partito dall’insegnamento è costituito da una doppia dimostrazione. In un
movimento ascendente, va del corpo, cioè dalla materia grezza od organizzata, verso l’anima, lo
spirito, le manifestazioni divine esterne e, infine, verso il Principio Creatore.
Seguendo il movimento inverso, si assiste all’involuzione delle emanazioni spirituali, fino al
limite estremo della realizzazione che è la materia.
È una filosofia, dunque una scienza teorica. Ma il problema non è esaurito. L’involuzione è
una conseguenza delle cadute successive di cui bisogna distruggere gli effetti. Sarà il ruolo della
seconda partita dell’insegnamento.
Bisogna soffocare la forza centrifuga e permettere a quella centripeta di riprendere il suo
potere attrattivo. Bisogna domare il corpo, disciplinare l’anima e fissare la personalità umana nel
suo centro effettivo, lo spirito. Poi, di tappa in tappa, bisognerà ricondurre lo spirito del mondo
dello spazio e del tempo nel mondo divino, il suo luogo d’origine.
E questa metodica non è una scienza teorica, ma una pratica. Comincia nella morale, si alza
alla religione universale per finire alla santità, cioè alla deificazione, o l’unione non ipostatica, ma
virtuale con Dio, principio e sorgente dell’essere, della vita e di tutte le manifestazioni che ne
conseguono. La più alte cime della Mistica, sono la Reintegrazione e l’assembramento delle energie
disperse; in una parola, è la Teurgia.
Come una simile scienza può essere pratica, può non essere difficile concepirlo. Non è
attraverso la teoria che si può agire sulla materia e renderla docile, al punto di non essere più che
uno strumento. Queste pratiche sono le operazioni determinate, le azioni fluidica, il contatto e l’uso
delle forze spirituali.
Parimenti che uno scienziato maneggia e diriga forze materiali, così il Martinista opera con
l’energia spirituale. Partito dalla conoscenza sperimentale, s’incammina verso la scienza intuitiva,
verso l’estasi che gli aprirà gli orizzonti dello spirito. Dal contingente, si dirige verso l’assoluto.
Certo, non lo raggiungerà, ma ad ogni pianerottolo della sua corsa indefinita, il suo essere
moltiplicato dalla Grazia sarà più grande e la sua coscienza sarà più piena.
Questa è, evidentemente, solo la cornice in cui si evolve il Martinista. La sostanza stessa
dell’insegnamento, i metodi, le pratiche sono comunicate solamente agli adepti di cui il desiderio si
è trasformato in volontà di realizzazione.
∴
Tale è la costituzione attuale dell’ordine Martinista; tale è il suo insegnamento. Essenzialmente
spiritualistico, è un centro di diffusione della tradizione occidentale cristiana. Ha, come basi, tutte
le scienze sperimentali ma si serve particolarmente di quelle simboliche ed ermetiche per arrivare
alla Gnosi. Persegue la reintegrazione dell’uomo nel suo stato primitivo e la spiritualizzazione di
tutta la famiglia umana.