MENTALITÀ TRADIZIONALE E TRADIZIONE ERMETICA
Si potrebbe continuare a lungo ad enumerare gli errori nei quali si incorre –quando non si è inmala fede –per l’abitudine o la smania di ricorrere ad interpretazioni moderne e anti-tradizionali, religiose, scientifiche, umanistiche o “culturali” confondendo irrimediabilmente gli elementi che le compongono, creando così un polpettone che può esser tutto quello che si vuole fuorché qualcosa di tradizionale e, tanto meno, di esoterico tradizionale.Tutto questo discorso porta ad una sola e unica conclusione: per ragionare tradizionalmente, per capire cos’è tradizionale e cosa non lo è, per essere in grado di distinguere il vero dal falso in senso esoterico, per entrare giustamente nel significato dei simboli, è necessario farsi una mentalità tradizionale. Senza di essa non è possibile intraprendere la via iniziatica né, tanto meno, pretendere di voler insegnare altrui. Naturalmente, quando si parla di via iniziatica s’intende qualche cosa di superiore e non certo una trasmissione, Si deve ciò sottolineare perché oggi si crede, con la degenerescenza democratica ed egualitaria, che basti una cerimonia contante parole, qualche lume, un paio di fumigazioni e un certo senso di mistero per diventare iniziati. E poi –siccome l’iniziazione si fa generalmente per gradi –si ritiene che con una nuova cerimonia, passando da un grado ad un altro superiore (per viadi votazioni, di raccomandazioni, di denaro o altro) si acquisti maggior sapere e anche la capacità di insegnare agli altri.A coloro i quali credono che questa sia l’iniziazione, ritengo opportuno dire, con le parole che ho usato in altra occasione, che l’acquisizione di un grado di iniziazione non può essere concessa da nessuno, ma si conquista da se stessi: consegue a ciò che i gradi concessi da chi s’illude o pretende di aver il potere di farlo, non rappresentano in nessun modo l’acquisizione di una maggior conoscenza in campo iniziatico o tradizionale e, quel che più conta, di avvicinamento alla realizzazione, ma sono –nella migliore delle ipotesi –soltanto un incarico, quando non sono un’espressione di ottusa condiscendenza e di sciocca vanità da parte di chi il grado concede. E chi il grado riceve e non capisce una cosa tanto semplice o è in mala fede come chi il grado gli ha conferito o è uno sciocco patentato, ammesso che di questa patente abbia bisogno.Come farsi dunque, una mentalità tradizionale? Che sia possibile è certo; che sia difficile lo è altrettanto. Ma chi ne ha la volontà, la forza e le capacità può provarcisi e, anche se non riuscirà completamente, avrà fatto un’esperienza eccezionale, ed avrà capito cosa voglia dire iniziazione pur non essendo ancora un iniziato.La prima risposta, naturale e spontanea è: STUDIARE.Ma tale risposta, ovvia e immediata per ogni uomo del nostro tempo, non è che una soluzione del tutto insufficiente, e, per di più, pericolosa, perché può portare, con estrema facilità, alla contro-iniziazione.È facile spiegarlo: l’enorme quantità di materiale di cui oggi si dispone, frutto il più delle volte del pensiero moderno applicato all’esoterismo, può indurre nell’inganno. Come discernere, infatti, fra tante teoriedalle quali discendono dottrine elaborate da cosiddetti iniziati per loro uso e consumo –sia pure in buona fede –e pertanto soggettive?Ecco porsi il problema della indicazione. L’indicazione non può essere particolare ed è quindi sempre la stessa, pertutti: la tradizione non cambia mai; la tradizione non accetta compromessi, non si adatta ai tempi e ai luoghi. E se vi si adatta per necessità di linguaggio e di intendimenti diversi o, come può succedere, per ragione di religione o politica, lo fa per velare e spesso per ri-velare la verità che da essa trapela a colui che lungo la via sanguigna, la memoria e il pensamento, ne coglie il significato reale. Qualsiasi dottrina, scritta o orale, che al vaglio di colui che la studia e la esamina esotericamente, non combaci con la tradizione, è falsa. Questa è l’indicazione, che diventa regola. Non vi è alcuna accettazione che possa tale regola confermare.Al problema dell’indicazione o regola senza eccezioni, segue il metodo.Il metodo, peraltro, ha per suo presupposto la conoscenza di ciò che a lui si vuol sottoporre. Ne consegue che per poter affrontare materie come quelle tradizionali, occorre una preparazione culturale nel senso lato: ciò appare necessario per poter risalire dall’errore ala verità attraversol’applicazione del metodo che è quello dell’ANALOGIA. Dove non si trova analogia si agisce per esclusione; in altri termini, mancando la relazione analogica, la materia che si osserva diviene scoria da abbandonare, e ciò anche se può sembrare importante dal punto di vista scientifico o da altri punti che, però, tradizionalmente, non hanno valore alcuno. Le teorie, i discorsi e le dissertazioni scientifiche e di tanti altri settori dello scibile umano cambiano con l’avvicendarsi dei tempi e delle scoperte, mentre la tradizione –vale ripeterlo –non cambia mai, altrimenti non sarebbe tradizione.È pacifico che non si può essere enciclopedici: è però mio avviso, per esperienza fatta, per trasmissione ricevuta e per convinzione maturata attraverso risultati ottenuti da altri, che chi vuol farsi una mentalità tradizionale affrontando lo studio dei testi e delle dottrine deve essere aperto a tutte le arti con particolar riguardo alla musica e alle poesie mai dimenticando che l’architettura e la scultura, figlia sua prediletta, sono il fondamento della realtà tradizionale nel settore della storia dei popoli; deve avere una certa familiarità con la geografia e l’astronomia; conoscere le leggi della fisica, la storia in senso generale e quella delle religioni e delleassociazioni iniziatiche in particolare; dev’essere capace di intendere un discorso filosofico; esser forte in matematica; approfondire, senza lasciarsi confondere da questioni religiose, politiche e sociali (che non sono tradizionali ma soltanto contingenti) lo studio delle razze umane; la loro storia e le loro cosmogonie. Deve inoltre applicarsi nella scienza tradizionale della filologia e, se può e riesce, a capire il significato reale delle parole, ricordando sempre che ogni parola sorse, nel nascere enell’espandersi dei suoni, come un comando, perché l’immedesimazione di un oggetto, di un essere vivente di un’idea con la parola, è tradizionalmente una presa di possesso di ciò che con quel suono si è immedesimato. È poi utilissimo conoscere o, almeno esser in grado di distinguere i ventidue segni della scrittura ebraica, avere qualche cognizione di latino e di greco.Con queste basi, minime ma indispensabili, si applica il metodo col quale si deve raggiungere, attraverso l’analisi analogica, la sintesi di quanto si è studiato.Dal punto di vista scientifico, giunti alla sintesi si è giunti alla conclusione, e lo studioso dovrebbe aver concluso la sua