“Martinezisme, Willermozisme, Martinisme et Maconnerie”.
Dott. Gerard Encausse (Papus)
Questo scritto di Papus è stato pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1899, col titolo originale:
“Martinezisme, Willermozisme, Martinisme et Maconnerie”.
INTRODUZIONE
Tanti errori sono stati commessi nei riguardi del movimento martinista, tante calunnie sono state proferite sulle sue creature e il suo vero carattere, che si rende opportuno riprendere alcuni punti della sua storia e mettere in chiaro la reale situazione ch’esso occupa oggi di fronte alle diverse società collegate ad un simbolismo qualsiasi.
Per permettere ad ogni membro martinista, come ad ogni ricercatore imparziale, di distruggere per sempre le calunnie più o meno interessate sparse sull’Ordine, ci accingiamo ad esporre assai imparzialmente i differenti aspetti che presenta e che possono racchiudersi in tre grandi periodi:
1 – Il Martinismo di Martinez de Pasqually
2 – Il Willermozismo di J. B. Willermoz
3 – Il Martinismo contemporaneo
Gli illuminati – Swedenborg – Martinez e Willermoz
Gli Illuminati Cristiani – La Rosa-Croce
E’ impossibile rendersi conto chiaramente del carattere reale del Martinismo in ogni epoca, se per prima cosa non si stabilisce la capitale differenza che separa le società d’Illuminati dalle società di massoni.
La società d’Illuminati è legata all’invisibile da uno o più capi. Il suo principio di esistenza e di durata ha dunque la sua origine in un piano superumano e il suo governo avviene dall’alto in basso, con l’obbligo, per i membri della Fratellanza, di obbedire ai capi, allorché sono entrati nel cerchio interiore, o di abbandonare questo cerchio interiore.
La società dei massoni non è per nulla legata all’invisibile. Il suo principio di esistenza e di durata ha origine dai suoi membri e soltanto dai suoi membri; tutto il suo governo si svolge dal basso verso l’alto con selezioni successive per elezione.
Ne segue che quest’ultima forma di fratellanza non può produrre per fortificare la sua esistenza che le carte e i documenti amministrativi comuni ad ogni società profana; mentre gli Ordini Illuministici si riferiscono sempre al Principio invisibile che li dirige.
La vita privata, le opere pubbliche e il carattere dei capi della maggior parte delle Fratellanze d’Illuminati mostrano che questo Principio invisibile appartiene al Piano Divino, e che non ha nulla a che fare con Satana o i demoni, come cercano di insinuare i clericali allarmati dal progresso di questa Società.
La Fratellanza d’Illuminati più nota, anteriore a Swedenborg e la sola di cui si possa parlare al mondo profano, è quella dei Fratelli Illuminati della Rosa+Croce, la costituzione e la chiave della quale saranno rese note fra parecchio tempo. Sono i membri di questa Fratellanza che hanno deciso la creazione di società simboliche, raccomandate di conservare i rudimenti dell’iniziazione ermetica e che hanno pure dato origine ai diversi riti della massoneria. Dunque non vi può essere confusione tra l’Illuminismo o centro superiore di studi ermetici e la massoneria o centro inferiore di conservazione riservato ai principianti. Solamente entrando nelle Fratellanza di Illuminati i massoni possono ottenere la conoscenza pratica di questa luce, dopo di che essi progrediscono di grado in grado.
SWEDENBORG
Agli sforzi incessanti dei Fratelli Illuminati della Rosa+Croce, l’invisibile recò un contributo considerevole con l’illuminazione di Swedenborg, il celebre sapiente svedese.
La missione realizzatrice di Swedenborg consistette soprattutto nella costituzione di una Cavalleria laica del Cristo, incaricata di difendere l’idea cristiana nella sua primitiva purezza e di attenuare nell’invisibile i deplorevoli effetti delle concussioni, degli accaparramenti di fortuna e di tutti i procedimenti cari al “Principe di questo Mondo”, messi in opera dai Gesuiti, con il pretesto del Cristianesimo.
Swedenborg suddivise la sua opera di realizzazione in tre sezioni:
1° – La sezione degli insegnamenti costituita dai suoi libri e dal racconto delle sue visioni.
2° – La sezione religiosa costituita dall’applicazione rituale dei suoi insegnamenti.
3° – La sezione incaricata della tradizione simbolica e pratica, costituita dai gradi iniziatici del Rito swedenborghiano.
Per il momento c’interessa solo quest’ultima.
Era suddivisa in tre sezioni secondarie: la prima elementare e massonica, la seconda elevava il recipiendario sino all’Illuminismo e la terza attiva.
La prima sezione comprendeva i gradi di: apprendista, compagno, maestro e maestro eletto.
La seconda sezione comprendeva i gradi di: apprendista cohen, compagno cohen, maestro cohen.
La terza sezione comprendeva i gradi di: 1° maestro cohen delegato alla realizzazione elementare o apprendista Rosa+Croce; 2° cavaliere Rosa+Croce commendatore; 3° Rosa+Croce Illuminato o Kadosch (maestro grande architetto).
Si rileverà che gli scrittori massoni e fra gli altri il Ragon, non hanno avuto, sull’Illuminismo, che informazioni di seconda mano e che non hanno potuto dare le informazioni che diamo adesso, né vedere la chiave del passaggio da una sezione all’altra con lo sdoppiamento del grado superiore di ogni sezione.
Inoltre si osserverà che il solo vero creatore degli alti gradi è Swedenborg e che questi gradi si allacciano esclusivamente all’Illuminismo e sono stati gerarchizzati e costituiti direttamente dagli Invisibili.
Più tardi, certi falsi massoni cercheranno di appropriarsi dei gradi dell’Illuminismo e non perverranno che a mettere in mostra la loro ignoranza.
Infatti, il possesso del grado di Fratello Illuminato della Rosa+Croce non consiste nella proprietà di una pergamena e di un collare. Esso si prova solo con il possesso di poteri spirituali attivi che la pergamena e il collare non possono che indicare.
Ora, fra gli Iniziati di Swedenborg, uno di coloro ai quali l’Invisibile prestò in modo particolare la sua incessante assistenza, vi fu un uomo dotato di grandi capacità di realizzazioni in tutti i piani: Martinez de Pasqually che ricevette l’iniziazione dal Maestro a Londra e venne incaricato di diffonderla in Francia.
IL MARTINEZISMO
Grazie alle stesse lettere di Martinez, abbiamo potuto fissare l’esatta ortografia del suo nome, finora storpiato dai critici; grazie anche agli archivi che possediamo e all’appoggio incessante dell’Invisibile, se noi potremo dimostrare che Martinez non ha mai avuto l’idea di ricondurre la massoneria a “principi essenziali” che egli disprezzò sempre, da buon illuminato che era. Martinez ha passato metà della sua vita a combattere i nefasti effetti della propaganda senza fede di quei pedanti delle Logge che, abbandonando la via segnata dai Superiori Incogniti, hanno voluto farsi perni dell’Universo e sostituire l’azione del Cristo con la loro e i consigli dell’Invisibile con i risultati degli scrutini emessi dalla moltitudine. Dunque, in che cosa consisteva il Martinezismo?
Nell’acquisizione, con la purezza corporale, animica e spirituale dei poteri che permettono all’uomo di entrare in relazione con gli esseri invisibili, quelli che le chiese chiamano angeli, e di pervenire così, non solo alla reintegrazione personale dell’operatore, ma anche a quella di tutti i suoi discepoli di buona volontà. Martinez accoglieva nella sala delle sedute coloro che gli chiedevano la luce. Tracciava i cerchi rituali, scriveva le parole sacre, pregava umilmente e con fervore agendo sempre in nome del Cristo, così come ne hanno fatto testimonianza tutti coloro che hanno assistito alle sue operazioni e come attestano anche tutti i suoi scritti.
Allora gli esseri invisibili apparivano, sempre in piena luce. Questi esseri agivano e parlavano: impartivano insegnamenti elevati, invitavano alla preghiera e al raccoglimento, e ciò senza medium in trance, senza estasi né allucinazioni morbose.
Quando l’operazione era terminata e gli esseri congedati, Martinez dava ai suoi discepoli il mezzo d’arrivare a ottenere, da soli, i medesimi risultati. Solamente dopo che essi avevano ottenuto, da soli, l’assistenza dell’Invisibile, Martinez dava loro il grado di Rosa+Croce, come lo dimostrano, con evidenza, le sue lettere.
L’iniziazione di Willermoz, che durò più di dieci anni, quella di Claude de Saint-Martin e degli altri ci insegnano che il Martinezismo era consacrato a cosa diversa dalla pratica della massoneria simbolica e che occorre non essere mai stati ammessi alla soglia di un centro reale d’Illuminismo per confondere i discorsi dei venerabili con i lavori attivi dei Rosa+Croce Martinisti.
Martinez vuole innovare così poco che conserva integralmente i nomi dati ai gradi dagli Invisibili e trasmessi da Swedenborg. Dunque sarebbe più logico dire Swedenborghismo adattato anziché Martinezismo.
Ma Martinez considera talmente la massoneria come una scuola d’istruzione elementare e inferiore che il “suo” Maestro Cohen dice: Sono stato ricevuto Maestro Cohen passando dal triangolo ai cerchi. Il che vuol dire, traducendo i simboli: “sono stato ricevuto maestro illuminato passando dalla massoneria alla pratica dell’Illuminismo”. Ugualmente la domanda all’apprendista Cohen: Quali sono i differenti segni, parole e toccamenti convenzionali degli Eletti Massoni Apocrifi?
Ed egli risponde: Per l’apprendista Jachin, la parola di passo Tubalkain; per il compagno Booz, la parola di passo Shibbolet; per il maestro Makbenak, la parola di passo Giblin.
Dunque, era necessario possedere non tre, ma almeno sette gradi della massoneria ordinaria per diventare Cohen. La lettura, anche superficiale, del catechismo è sufficiente a questo grado.
Martinez cercò di sviluppare ogni membro del suo Ordine con il lavoro personale lasciandogli tutta la libertà e responsabilità dei suoi atti. Selezionò con la massima cura ciascuno dei suoi membri e non conferì i gradi che a una reale aristocrazia dell’intelligenza. Infine ammetteva le donne con gli stessi diritti degli uomini e con le stesse garanzie.
Gli iniziati, una volta preparati, si riunivano tra loro per aiutarsi a vicenda e queste riunioni erano tenute nelle epoche astronomiche determinate a questo fine. Così si costituì la Cavalleria del Cristo, cavalleria laica, tollerante, che si discostava dalle pratiche abituali dei diversi cleri.
Proseguimento individuale della reintegrazione con il Cristo, gruppo di sforzi spirituali per aiutare i più deboli e i principianti: tale era, riassumendo, il ruolo del Martinezismo.
Rievochiamo ora la sua situazione in Francia.
Il Martinezismo reclutò i suoi discepoli sia per azione diretta, come avvenne per Claude de Saint-Martin, sia più frequentemente tra gli uomini già titolari di alti gradi massonici.
Nel 1754, Martinez si trovava in presenza di:
1° – da una parte, della massoneria venuta dall’Inghilterra e costituente la Grande Loggia Inglese di Francia (dal 1743) che presto doveva diventare la Grande Loggia di Francia (1756) e dare origine agli intrighi del maestro di danza Lacorne. Questa massoneria elementare e costituita dai tre gradi azzurri (apprendista, compagno, maestro) era senza pretese e formava un eccellente centro di selezione.
2° – accanto a questa Loggia Inglese esisteva, con il nome di Capitolo di Clermont, un gruppo che praticava il sistema templare che Ramsay aveva, nel 1728, aggiunto alla massoneria con i gradi di: scozzese, novizio, cavaliere del Tempio, ecc.
Qui è necessaria una breve spiegazione. Uno dei più attivi rappresentanti dell’iniziazione templare era stato Fènelon il quale, durante i suoi studi di cabala, era entrato in relazione con parecchi cabalisti ed ermetisti. Quando, dopo la lotta con Bossuet, Fènelon fu costretto a fuggire il mondo e a ritirarsi in penosa inattività, organizzò con cura un piano d’azione che presto o tardi doveva assicurargli la rivincita. Il cavaliere di Ramsay venne iniziato da Fènelon e incaricato di eseguire il piano con l’appoggio dei templari che avrebbero assicurato nello stesso tempo la loro vendetta. Il cavaliere di Bonneville, nel 1754, aveva fondato il Capitolo di Clermont con i gradi templari e perseguiva uno scopo politico ed una rivoluzione sanguinosa che Martinez non poteva approvare, nè alcun vero Cavaliere del Cristo, non solo Martinez, ma anche i discepoli di tutti i gradi del suo Ordine, come Saint-Martin e Willermoz, combatteranno energicamente il rito templare che in parte raggiungerà lo scopo nel 1789 e nel 1793 facendo ghigliottinare la maggior parte dei capi del Martinismo. Ma non anticipiamo.
3° – oltre a queste due correnti, c’erano ancora in Francia altri rappresentanti dell’Illuminismo. Innanzi tutto citiamo Pernety che tradusse Il Cielo e l’Inferno di Swedenborg e che doveva costituire il sistema degli Illuminati di Avignone (1766) ed avere una parte importante nella costituzione dei Filaleti (1773). Allo stesso centro occorre allacciare l’opera di Chastenier (benedettino), il quale, nel 1767, a Londra gettò le prime basi del rito degli Illuminati Teosofi che brillò particolarmente a partire dal 1783
L’Illuminismo in tal modo crea parecchi gruppi uniti tra loro da un comune fine e da guide invisibili venute dal medesimo centro e che in seguito si riuniranno tutti sul piano fisico.
In questa azione l’opera più feconda spetta a Martinez, poiché a lui sono stati dati dal cielo quei “poteri attivi” che i suoi discepoli ricorderanno con ammirazione e rispetto.
Dal punto di vista amministrativo, il Martinezismo seguirà esattamente i gradi di Swedenborg, come constateremo nella lettera di Martinez del 16 Giugno 1760.
Il titolo di Maestro Grande Architetto riassume infatti i tre gradi della terza sezione.
Sotto l’autorità d’un Tribunale Sovrano si costituiranno le Logge e i gruppi di provincia, di cui si potranno seguire la nascita e l’evoluzione nelle sue lettere che abbiamo pubblicate.
IL WILLERMOZISMO
Fra i discepoli di Martinez, due meritano in modo particolare la nostra attenzione per le loro opere realizzatrici, sono: Willermoz di Lione e Claude de Saint-Martin. Occupiamoci subito del primo.
Jean Baptiste Willermoz, negoziante lionese, era massone quando cominciò la corrispondenza iniziatica con Martinez. Abituato alla gerarchia massonica, ai gruppi e alle Logge, egli concentrerà la sua opera di realizzazione verso questo scopo e tenderà sempre a costituire riunioni e Logge d’Illuminati, mentre Saint-Martin concentrerà i suoi sforzi soprattutto verso lo sviluppo individuale. Ma l’opera capitale di Willermoz sarà l’organizzazione dei congressi massonici o Conventi, che permisero ai Martinisti di smascherare, in anticipo, l’opera fatale dei templari e che presentarono il Martinismo con il suo vero carattere di Università integrale e imparziale della Scienza Ermetica.
Quando Martinez cominciò la sua iniziazione, Willermoz era venerabile regolare della Loggia La Perfetta Amicizia di Lione, posto che occupò dal 1752 al 1763. Questa Loggia dipendeva dalla Grande Loggia di Francia. Nel 1760, una prima selezione era stata operata e tutti i membri detentori del grado di Maestro avevano costituito una Grande Loggia dei Maestri di Lione con Willermoz Gran Maestro. Nel 1765 fu operata una nuova selezione con la creazione di un Capitolo dei Cavalieri dell’Aquila Nera, sotto la direzione del Dott. Jacques Willermoz, fratello minore del precedente.
Nello stesso tempo, Jean Baptiste Willermoz lasciava la presidenza della Loggia dei Maestri che era posta sotto la direzione del F:: Sellonf, per mettersi a capo della Loggia degli Eletti Cohen, formata dai migliori elementi del Capitolo.
Sellonf, il Dott. Willermoz e J. B. Willermoz formavano il Consiglio Segreto che dirigeva tutti i fratelli di Lione. Occupiamoci prima di quanto avveniva nelle Logge dei Cohen e poi parleremo dei Conventi.
Risulta formalmente dai documenti attualmente custoditi dal Supremo Consiglio Martinista e provenienti direttamente da Willermoz che le sedute, riservate ai membri in grado di giustificare il loro titolo d’Illuminati, erano consacrati alla preghiera collettiva ed alle operazioni che permettevano la comunicazione diretta con l’Invisibile. Possediamo tutti i particolari concernenti la modalità di questa comunicazione, ma devono essere riservati esclusivamente al Comitato direttivo del Supremo Consiglio. Ciò che dobbiamo rivelare e che getterà una grande luce su molti punti è che gli iniziati chiamavano l’essere invisibile il “Filosofo Incognito”; che è lui che ha dettato, in parte, il libro “Degli Errori e della Verità” e che Claude de Saint-Martin non ha assunto per sè questo pseudonimo che più tardi e per ordine. Diamo le prove di questa affermazione nel nostro volume su Saint-Martin. Ma ciò che teniamo ad affermare fin d’ora, è che la spiritualità più grande, la sottomissione più completa alle volontà del Cielo e le preghiere più ardenti a N. S. Gesù Cristo non hanno mai cessato di precedere, accompagnare e terminare le sedute presiedute da Willermoz. Dopo di che, se i clericali vogliono vedere il diavolo peloso e cornuto in ogni influenza invisibile e sono sempre disposti a confondere tutti ciò che è superumano con le influenze inferiori, ciò li riguarda e noi non possiamo che deplorare un tal partito preso che apre la porta a tutte le mistificazioni e a tutti gli scherni. Il Willermozismo, come il Martinezismo e il Martinismo, è sempre stato esclusivamente cristiano, ma mai clericale e giustamente. Esso dà a Cesare quello che è di Cesare e a Cristo quello che è di Cristo; ma non vende Cristo a Cesare.
L'”Agente” o “Filosofo Incognito” aveva dettato 166 quaderni di istruzioni, dei quali Saint-Martin aveva preso conoscenza e ne aveva copiato alcuni di propria mano. Di questi quaderni circa 80 furono distrutti nei primi mesi del 1790 dall’Agente stesso, che volle evitare di farli cadere nelle mani degli inviati di Robespierre che compirono sforzi inauditi per impossessarsene.
I CONVENTI
Il 12 Agosto 1778 Willermoz annunciava la preparazione del Convento delle Gallie che si tenne a Lione dal 25 Novembre al 27 Dicembre. Lo scopo di questo Convento era di epurare il sistema scozzese distruggendo i cattivi germi che vi avevano introdotti i templari. Da questa riunione uscì la prima condanna, sotto l’influenza degli Illuminati di ogni Paese, del sistema di vendetta sanguinosa che si preparava in silenzio in certe Logge. Il risultato dei lavori di questo Convento è contenuto nel Nuovo Codice delle Logge Rettificate di Francia che si trova nel nostro archivio ed è stato pubblicato nel 1779.
Per comprendere la necessità di questo sforzo verso l’unione non dobbiamo dimenticare che il mondo massonico era in piena anarchia. Il Grande Oriente di Francia era nato nel 1772 dall’usurpazione della Grande Loggia di Francia da parte di Lacorne e dei suoi, diretti di nascosto dai templari i quali, dopo aver fondato il Capitolo di Clermont, si erano trasformati nel 1760 in consiglio degli Imperatori d’Oriente e d’Occidente, poi in Cavalieri d’Oriente (1762) e infine erano entrati nel Grande Oriente al seguito di Lacorne. A cagione della loro influenza il sistema delle Logge venne modificato profondamente; dappertutto il regime parlamentare con elezioni successive di tutti gli ufficiali sostituì l’antica unità e l’autorità gerarchica. Nella confusione causata da questa rivoluzione, intervennero i Martinisti per portare a tutti la conciliazione. Da ciò il primo Convento del 1778 e i suoi sforzi per impedire le dissipazioni finanziarie che avvenivano dappertutto.
Incoraggiato da questo primo successo, J. B. Willermoz convocò il 9 Settembre 1780 “tutte le Grandi Logge dell’Europa al Convento di Wilhelmsbad, nei pressi di Hanau” (Ragon, Pag. 162). Il Convento ebbe inizio martedì 16 Luglio 1782 sotto la presidenza di Ferdinando di Brunswick, uno dei capi dell’Illuminismo internazionale. Da questo Convento sorse l’Ordine dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa di Gerusalemme ed una nuova condanna del sistema templare.
Così il Willermozismo tende sempre al raggruppamento delle Fratellanze iniziatiche, alla costituzione di collettività di iniziati dirette dai centri collegati all’Illuminismo. Si è creduto a torto che Willermoz avesse abbandonato le idee dei suoi maestri; ciò vuol dire conoscere male il suo carattere. Sempre, sino alla morte, egli ha voluto stabilire la massoneria su solide basi dandole per fine la pratica delle virtù per i suoi membri e della carità verso gli altri; ma ha anche sempre mirato a fare delle Logge e dei Capitoli un centro di selezione per i gruppi d’Illuminati. La prima parte della sua opera era palese, la seconda occulta; ecco perché le persone poco informate vedono Willermoz diversamente dal suo vero carattere. Dopo la tormenta rivoluzionaria, dopo che suo fratello fu ghigliottinato con tutti i suoi iniziati e che egli stesso a stento riuscì a sfuggire alla stessa sorte, è ancora lui che ristabilisce in Francia la Massoneria Spiritualista, grazie ai Rituali che aveva potuto salvare dal disastro.
Tale fu l’opera di questo Martinista, al quale dedicheremo un intero volume, se Dio lo vorrà.
SAINT-MARTIN E IL MARTINISMO – SAINT-MARTIN E LA MASSONERIA
Se non si conosceva neppure il modo di scrivere il nome di Martinez, se non si sapeva di più circa l’opera reale di Willermoz prima dell’apparizione delle lettere di de Pasqually che abbiamo pubblicate, al contrario si è scritto molto, e cose strane, su Claude de Saint-Martin.
Le critiche, le analisi, le supposizioni ed anche le calunnie fatte a questo proposito si basano unicamente sulle Opere e sulle lettere exoteriche del Filosofo Incognito. La sua corrispondenza d’Iniziato, indirizzata al collega Willermoz, dimostra gli errori commessi dai critici e, in particolare, da Matter. E’ vero che non si poteva estrarre di più dai documenti attualmente conosciuti, soprattutto quando non si ha alcuna idea delle possibilità che offre l’Illuminismo a questo riguardo. Così attenderemo, per pubblicare queste lettere, che nuove inesattezze siano state prodotte sul conto del grande realizzatore Martinista, in maniera da distruggere in una sola volta molte ingenuità e molte leggende. Se Willermoz fu soprattutto incaricato del gruppo degli elementi Martinisti e dell’azione in Francia, Claude de Saint-Martin ricevette la missione di creare la iniziazione individuale e di portare la sua azione più lontano possibile. A questo scopo gli fu concesso di studiare gli insegnamenti dell’Agente Incognito e possediamo, nell’archivio dell’Ordine, parecchi quaderni copiati e annotati da Saint-Martin. Come abbiamo detto prima, il libro Degli Errori e della Verità è dovuto quasi interamente a questa origine invisibile e in questo occorre vedere la causa dell’emozione provocata, nei centri d’iniziazione, dall’apparizione di questo libro, emozione che i critici cercano di spiegare con tanta pena. Questo punto, come molti altri, verrà chiarito quando sarà necessario.
Oltre agli studi relativi all’Illuminismo, iniziati accanto a Martinez e continuati con Willermoz, Saint-Martin si occupò attivamente d’ermetismo pratico e un poco d’alchimia. Aveva a Lione un laboratorio attrezzato a tale scopo.
Ma lasciamo la sua vita che ricostruiremo più tardi, ed occupiamoci solamente della sua opera dal punto di vista che ci interessa.
Dovendo spingere la sua azione in lontananza, Claude de Saint-Martin era costretto a compiere certe riforme nel Martinezismo. Così gli autori classici della massoneria hanno dato il nome del grande realizzatore al suo adattamento e designano con il nome di Martinismo il movimento sorto da Claude de Saint-Martin. E’ divertente vedere certi critici, che ci asterremo dal qualificare, sforzarsi di far credere che Saint-Martin non fondò mai un Ordine. Dobbiamo veramente ritenere i lettori male informati per osar sostenere ingenuamente tale assurdità. E’ l’Ordine di Saint-Martin che penetrato in Russia sotto il regno della Grande Caterina, ottenne un tal successo al punto che venne recitata a corte una commedia interamente dedicata al Martinismo che si voleva mettere in ridicolo. All’Ordine di Saint-Martin si ricollegano le iniziazioni individuali di cui si parla nelle memorie della baronessa d’Oberkierch; infine l’autore classico della massoneria, il positivista Ragon, che non è tenero con i Riti degli Illuminati, descrive alle pagine 167 e 168 della sua Ortodossia Massonica i cambiamenti operati da Saint-Martin per costituire il Martinismo.
L’INIZIAZIONE MARTINISTA SUO CARATTERE – ALTA SPIRITUALITA’
“La sola iniziazione che predico e cerco con tutto l’ardore della mia anima è quella con la quale possiamo entrare nel cuore di Dio e far entrare il cuore di Dio in noi, per compiervi un matrimonio indissolubile, che ci renda l’amico, il fratello e la sposa del nostro Divino Riparatore. Non c’è altro mistero per arrivare a questa Santa Iniziazione che affondare sempre più nelle profondità del nostro essere e di non cedere, finché non siamo giunti ad estrarne la vivente e vivificante radice; perché allora tutti i frutti che dovremo portare, secondo la nostra specie, si produrranno naturalmente in noi e fuori di noi, come capita alle piante terrestri, perché sono aderenti alla propria radice e non cessano di succhiarne il succo”.
Fuoco – Sofferenza
“Quando soffriamo per le nostre opere false e infette, il fuoco è corrosivo e bruciante e tuttavia deve esserlo meno di quello che serve da fonte a queste false opere; così ho detto, più per sentimento che per raziocinio (nell’Uomo di Desiderio), che la penitenza è più dolce del peccato. Quando soffriamo per gli altri uomini, il fuoco è ancora più affine all’olio e alla luce; così, sebbene ci strazi l’anima e ci inondi di lacrime, non si passa per queste prove senza ricavarne deliziose consolazioni e sostanze più nutrienti”.
Carattere essenzialmente Cristiano del Martinismo
I clericali hanno fatto, in ogni epoca, tutti gli sforzi per conservare solo per loro la possibilità di comunicare con il piano Divino. Secondo le loro pretese, ogni comunicazione che non deriva dalla loro influenza è dovuta sia a Satana che ad altri demoni. Essi hanno spinto la calunnia al punto di pretendere che i Martinisti non fossero Cristiani e che non servivano Cristo, ma non so quale diavolo, celato sotto il suo nome.
Ecco la risposta di Claude da Saint-Martin a queste sciocchezze:
…..”Ma aggiungo che gli elementi misti sono il mezzo che Cristo doveva assumere per arrivare fino a noi, invece noi dobbiamo spezzare, attraversare questi elementi per arrivare fino a Lui, fintanto che riposeremo su questi elementi, saremo arretrati. Tuttavia, poiché credo di parlare ad un uomo misurato, calmo e discreto, non vi nasconderò che, nella scuola per la quale sono passato, più di venticinque anni fa, le “comunicazioni” di ogni genere erano numerose e frequenti, e ne ho avuto la mia parte come molti altri che, in questa parte, tutti i segni del Riparatore erano capiti. Ora, voi non ignorate più che il Riparatore e la causa attiva sono la stessa cosa.
JOD-HE-VAU-HE
Credo che la parola sia sempre stata comunicata direttamente sin dall’inizio delle cose. Essa ha parlato direttamente a Adamo, ai suoi figli e successori, a Noè, Abramo, Mosè, ai profeti, ecc. sino al tempo di Gesù Cristo. Ha parlato con il gran nome, e voleva trasmetterlo direttamente, e per pronunciare il quale, secondo la legge levitica, il gran prete si chiudeva solo nel Santo dei Santi; e che, secondo alcune tradizioni, portava dei campanelli attaccati al fondo della veste per coprirne la pronuncia alle orecchie di coloro che restavano nelle altre cinte.
JOD-HE-SHIN-VAU-HE
Quando il Cristo è venuto, ha reso la pronuncia di questa parola più centrale e più interiore, poiché il gran nome che queste quattro lettere esprimevano è l’esplosione quaternaria o il segnale cruciale di ogni vita; mentre Gesù Cristo portando dall’alto la SHIN degli ebrei, o la lettera S, ha unito il Santo ternario con il gran nome quaternario, di cui tre è il principio. Ora, se il quaternario doveva trovare in noi la propria fonte nelle ordinazioni antiche, a maggior ragione il nome di Cristo deve pure attendere da lui esclusivamente tutta l’efficacia e la luce. Perciò ci ha detto di chiuderci nella nostra stanza, quando vorremo pregare; mentre nell’antica legge, occorreva assolutamente andare a pregare nel Tempio di Gerusalemme; e qui vi rimanderò ai trattatelli del vostro amico sulla penitenza, la santa preghiera, il vero abbandono, intitolati “Der Weg zu Christ”; vi vedrete, ad ogni passo, se tutti i mezzi umani non sono scomparsi e se è possibile che qualcosa vi sia trasmessa veramente, se lo spirito non si crea in noi, come si crea eternamente nel principio della natura universale dove si trova in permanenza l’immagine da cui abbiamo estratto la nostra origine e che è servita da quadro al “Mensebwerdung”. Senza dubbio c’è una grande virtù in questa vera pronuncia, tanto centrale che orale, di questo gran nome e di quello di Gesù Cristo che ne è il fiore. La vibrazione della nostra aria elementare è cosa molto secondaria nell’operazione con cui questi nomi rendono sensibili le cose che non lo sono. La loro virtù sta nel fare oggi e in ogni momento ciò che hanno fatto all’inizio delle cose per dare origine ad esse; e poiché esse hanno prodotto ogni cosa prima che esistesse l’aria, senza dubbio sono ancora al di sopra dell’aria, quando adempiono le stesse funzioni; e non è impossibile a questa divina parola farsi sentire, anche da un sordo e in un luogo privo d’aria, come non è difficile alla luce spirituale rendersi sensibile ai nostri occhi anche fisici, quand’anche fossimo ciechi e sprofondati nella prigione più tenebrosa. Quando gli uomini fanno sentire le parole fuori del loro vero posto e che consegnano per ignoranza, imprudenza o empietà, alle regioni esteriori o a disposizione degli uomini del torrente, esse conservano sempre senza dubbio la loro virtù, ma ne trattengono sempre in quantità, perché non si adattano alle combinazioni umane; perciò questi tesori tanto rispettabili non hanno fatto altro che provare diminuzione passando per le mani dell’uomo; senza contare che non han cessato d’essere sostituiti da ingredienti o nulli o pericolosi, che, producendo pure degli effetti, hanno finito per riempire di idoli il mondo intero, perché è il Tempio del vero Dio, che è al centro della parola”.
Non termineremo questo estratto senza far notare che l’Ordine è debitore a Saint-Martin stesso, non solo del sigillo, ma anche del nome mistico del Cristo (Jod-He-Shin-Vau-He), che orna tutti i documenti ufficiali del Martinismo.
Ci vuole proprio la malafede d’un clericale per pretendere che questo sacro nome si riferisca ad altra persona che non a N. S. Gesù Cristo, il Verbo Divino Creatore.
Antonini che nel suo libro Dottrina del Male pretende che la Shin ebraica satanizza tutte le parole dove entra, dimostra semplicemente d’essere incapace di comprendere alcunché di simbolismo.
Il Martinismo è Cristiano, ma il suo spirito è nettamente anticlericale
“L’ignoranza e l’ipocrisia dei preti sono una delle cause principali dei mali che hanno afflitto l’Europa da alcuni secoli ad oggi.
Non tengo conto della pretesa trasmissione della Chiesa di Roma, sebbene alcuni dei suoi membri possano trasmettere qualcosa, sia per virtù personale, sia per la fede dei fedeli, sia per una particolare volontà del bene”.
La Pratica – Gli esseri astrali
Come ogni Illuminato, Saint-Martin insiste sul pericolo delle comunicazioni con gli astrali.
Testimone questo estratto della corrispondenza dei due amici:
“Non si potrebbero chiamare i tre regni che la vostra scuola designava – ‘naturale, spirituale e divino’ – ‘naturale, astrale e divino‘? Tutte queste manifestazioni che vengono dopo una iniziazione, non sarebbero del regno astrale e dal momento in cui si è messo piede in questo campo, non si entra in società con gli esseri che l’abitano, di cui la maggior parte, se mi è concesso, in simile argomento, di servirmi d’una espressione triviale, sono di cattiva compagnia? Non si entra in società con esseri che possono tormentare fino all’eccesso l’operatore che vive tra questa folla, al punto di suscitargli la disperazione e da ispirargli il suicidio, testimone Schropfer e il conte di Cagliostro! Senza dubbio resteranno agli iniziati dei mezzi più o meno efficaci per proteggersi dalle visioni; ma generalmente, mi pare che questa situazione che sta al di fuori dell’ordine stabilito dalla Provvidenza possa avere piuttosto conseguenze funeste che favorevoli per il nostro avanzamento”.
Saint-Martin e Cagliostro
Ciò ci induce a dimostrare con quanto sospetto l’Illuminato francese considerasse l’inviato dei fratelli Templari di Germania. Nessuno meglio di Saint-Martin poteva giudicare della realtà di certi fatti prodotti da Cagliostro, delle influenze elevate che a volte si manifestavano; ma pure delle detestabili entità che, in altri momenti, non mancavano di impadronirsi dello spirito e delle anime degli assistenti.
Cagliostro
Venni a sapere che il loro maestro, malgrado l’abiezione del suo stato morale, aveva operato con la parola e che aveva anche trasmesso ai suoi discepoli la cognizione per operare allo stesso modo durante la sua essenza. Un esempio di questo genere che ho appreso un paio d’anni fa, è quello che accadde alla consacrazione della Loggia massonica egiziana di Lione, il 26 luglio 556, secondo il loro calcolo, che mi sembra sbagliato. I lavori durarono tre giorni, le preghiere cinquantaquattro ore; c’erano ventisette membri riuniti. Nel tempo in cui i membri pregarono l’Eterno di manifestare la sua approvazione con un segno visibile, e che il maestro era al centro delle sue cerimonie, il Riparatore apparve e benedisse i membri dell’assemblea. Era disceso in una nuvola azzurra che serviva da veicolo a questa apparizione; a poco a poco si elevò sopra questa nuvola che, dal momento del suo abbassamento dal cielo alla terra, aveva acquistato uno splendore così abbagliante che una giovane presente non poté sostenerne la luminosità. I due grandi profeti e il legislatore d’Israele diedero segni di approvazione e di bontà. Chi potrebbe mettere in dubbio il fervore e la pietà di ventisette membri? Tuttavia, chi era il fondatore della Loggia e l’organizzatore, sebbene assente dalle cerimonie? Cagliostro!
Questa parola basta per far vedere che l’errore e le forme adottate possono essere la conseguenza della buona fede e delle intenzioni religiose di ventisette membri riuniti.
Martinismo e Materialismo
L’opera pericolosa di Cagliostro non fu la sola che Saint- Martin si sia sforzato di combattere. Compì pure ogni sforzo per lottare contro i progressi dei “filosofi” (così erano chiamati) che si sforzavano di affrettare la rivoluzione diffondendo in tutta l’Europa i principi dell’ateismo e del materialismo. Erano i Templari che conducevano questo movimento perfettamente organizzato e che gli estratti di Kirchberger ci rivelano.“Attualmente l’incredulità si è formata un club molto bene organizzato. E’ un grande albero che dà ombra ad una parte considerevole della Germania, che dà cattivi frutti e che spinge le radici sino alla Svizzera. Gli avversari della religione cristiana hanno le loro affiliazioni, i loro osservatori e la loro corrispondenza assai bene avviata; in ogni dipartimento hanno un provinciale che dirige gli agenti subalterni; posseggono i principali giornali tedeschi; questi giornali sono la lettura favorita del clero a cui non piace più studiare; in questi giornali essi lodano gli scritti che la pensano come loro e maltrattano gli altri; se uno scrittore vuole protestare contro questo dispotismo farà fatica a trovare un libraio che voglia incaricarsi del suo manoscritto. Ecco i mezzi per la parte letteraria; ma ve ne sono ancora molti altri per consolidare la loro potenza e umiliare i sostenitori della buona causa. Se c’è un posto qualsiasi della pubblica istruzione o se un signore ha bisogno di un istruttore per i suoi figli, essi hanno tre o quattro persone pronte che fanno presentare contemporaneamente per vie diverse; e sono quasi sempre sicuri di riuscire. Ecco come è composta l’Università di Gottinga, la più celebre e frequentata della Germania e dove noi mandiamo i nostri figli a studiare.
Brigano pure per mettere i loro affiliati negli uffici dei ministri, alle corti di Germania; ne hanno nei dicasteri e nei consigli dei principi.
Un altro grande mezzo che usano è quello di Basilio…..la calunnia. Questo mezzo è per essi tanto più facile in quanto la maggior parte degli ecclesiastici protestanti sono purtroppo i loro agenti più zelanti; e poiché questa classe ha mille modi per immischiarsi dappertutto, essi possono a loro piacimento far diffondere notizie che colpiscono, prima che si possa aver avuto conoscenza della cosa e il tempo per difendersi. Questa coalizione mostruosa è costata trentacinque anni di lavoro al suo capo, che è un vecchio letterato di Berlino e nello stesso tempo uno dei più celebri librai della Germania. Egli dirige, dal 1765, il primo giornale di quel Paese: si chiama Federico Nicolai. La “Biblioteca Germanica” si è impadronita, per mezzo dei suoi agenti, dello spirito della “Gazzetta letteraria di Iena”, che è fatta molto bene e si vende nei paesi in cui è conosciuta la lingua tedesca. Nicolai, inoltre, influenza il “Giornale di Berlino” e il “Museo tedesco”, due opere assai stimate. L’organizzazione politica e le società affiliate furono costituite dopo che i giornali ebbero sufficientemente diffuso il loro veleno. Hanno camminato lentamente, a passo sicuro; e, attualmente, i loro progressi sono così spaventosi e la loro influenza così enorme da non potervi essere più nessuno sforzo in grado di resistere; non c’è che la Provvidenza che abbia il potere di liberarci da questa peste.
All’inizio, la marcia dei Nicolaisti era assai guardinga; associavano le migliori menti della Germania alla loro Biblioteca Universale; gli articoli scientifici erano ammirevoli e le relazioni delle opere teologiche occupavano sempre una parte considerevole di ogni volume. Queste relazioni erano composte con tanta sapienza che i nostri professori in Svizzera le raccomandavano nei discorsi pubblici ai nostri giovani ecclesiastici. Ma a poco a poco essi insinuavano il veleno, sebbene con grande cura. Questo veleno venne rafforzato con abilità. Ma alla fine, gettarono la maschera e, in due dei loro giornali affiliati, questi scellerati osarono paragonare il nostro Divino Maestro al celebre impostore tartaro. Questi orrori circolavano tra noi, senza che nessuno, in tutta la Svizzera, desse il minimo segno di malumore. Allora nel 1790, presi la penna e in un giornale politico, che aveva una pagina di miscellanea, risvegliai l’indignazione pubblica contro questi “illuminati”, aufklarer, o esploratori, come si chiamavano. Insistetti sull’atrocità e sulla profonda stupidità di questa bestemmia.
In questo momento, queste persone fanno meno male con gli scritti che con le affiliazioni, gli intrighi e gli accaparramenti di posti; in maniera che la maggior parte del loro clero, in Svizzera, è corrotto sino al midollo delle ossa. Da parte mia, faccio il possibile per ritardare almeno la marcia di questa gente. Talvolta riesco, talaltra i miei sforzi sono impotenti, perché essi sono molto scaltri, e il loro numero si chiama legione”.
Saint-Martin e la Massoneria
Se il Willermozismo si appoggiava, per il reclutamento dei quadri inferiori, sulla massoneria, non era lo stesso per il movimento individuale di Saint-Martin. Questi non ricercava che la qualità senza mai preoccuparsi del numero ed ha sempre nutrito un disprezzo misto di pietà per i piccoli intrighi, le piccole cabale e le meschinerie delle logge massoniche.
Certi massoni, per i quali un collare costituisce l’erudizione, si sono immaginati che Saint-Martin professasse per il suo maestro e per la sua opera lo stesso distacco che ostentava per le logge inferiori. E’ un errore derivato dalla confusione dell’Illuminismo con la massoneria. Per dimostrare a quali ingenui errori possono arrivare coloro che giudicano senza seri documenti, diamo un estratto della corrispondenza inedita di Saint-Martin, in merito a questa questione:
“Prego di presentare e di far accettare le mie dimissioni dall’ordine interiore, e di volermi far cancellare da tutti i registri e le liste massoniche in cui posso essere stato iscritto dal 1785; le mie occupazioni non mi consentono di seguire ormai questa carriera, non lo tedierò con un racconto particolareggiato delle ragioni che mi costringono. Egli sa bene che togliendo il mio nome dai registri non si farà alcun torto poiché non gli servo; sa del resto che il mio animo non vi è mai stato iscritto; ora non è essere legati, l’esserlo in figura. Lo saremo sempre, come cohen, lo saremo anche con l’iniziazione……” (Lettera inedita di Saint Martin a Willermoz, indirizzata da Strasburgo il 4 Luglio 1790).
Opinioni sul Martinismo
“Il numero dei Massoni Martinisti che si sono opposti ai progressi dell’anarchia sorpassa di molto il numero di coloro che li hanno favoriti. Nel 1789, il venerabile di una loggia martinista del Delfinato, apprendendo che alcuni briganti si erano riuniti a dei coltivatori ingannati dai falsi ordini del re, per saccheggiare e incendiare le case dei nobili nelle campagne, fece tutti gli sforzi possibili per far cessare i saccheggi. Cercò di infondere agli altri il suo zelo per la conservazione dei diritti di proprietà. Non si limitò a contribuire agli ordini severi che vennero dati contro gli incendiari e i ladri; egli stesso guidò la forza armata, combatté con essa e dimostrò sempre tanta intraprendenza nelle azioni quanta purezza nei principi.”
Opinione di J. de Maistre
Per quarant’anni almeno Joseph de Maistre è stato in intimi rapporti con i Martinisti ed altri mistici: egli è penetrato nel loro spirito, nelle loro teorie e nei loro progetti. Senza dubbio, rimproverava loro di detestare l’autorità, di aderire a opinioni origeniste; ma avrebbe protestato se questi mistici cristiani, che conosceva a fondo, fossero stati dei satanisti o dei luciferiani.
“E’ deplorevole che in Francia vi siano stati dei laici e anche dei preti ignoranti del carattere del Martinismo da confonderlo con la più assurda delle sette moderne”. (Saturninus: Joseph de Maistre et les Martinistes; Initiation, III° volume)
Non bisogna confondere gli Illuminati tedeschi, discepoli di Weishaupt e livellatori accaniti, con il “virtuoso discepolo di Saint-Martin che non solo professa il cristianesimo, ma lavora a elevarsi alle sublimi altezze di questa legge divina”. (J. de Maistre; XI Entretien citato da Saturninus)
Questi uomini di desiderio…. pretendono di innalzarsi sino alle sublimi conoscenze dei primi cristiani.
Balzac e i Martinisti
Il curioso estratto che segue ci rivela che Balzac aveva appreso, quasi certamente, in seduta d’iniziazione, la reale filiazione dell’Ordine Martinista:
“La teologia mistica comprendeva l’insieme delle “rivelazioni divine” e la spiegazione dei misteri. Questo ramo dell’antica teologia è segretamente restato in onore fra noi. Jacob Boehme, Swedenborg, Martinez de Pasqually, Saint-Martin, Molinos le signore Guyon, Bouregnou e Krudener, la grande setta degli Estatici, quella degli Illuminati, in diverse epoche, hanno degnamente conservato le dottrine di questa scienza, il cui scopo ha qualcosa di spaventoso e di gigantesco”. (Balzac: Les Proscrits)
Unione dei Martinisti e dei Rosa+Croce
“La tendenza di questi ultimi Rosa+Croce è di fondere la teoria cabalistica dell’emanazione con le dottrine del Cristianesimo, tendenza che prepara la via all’unione dei Rosa+Croce con i Martinisti e gli Illuminati”. (K. Kieswetter: Histoire de l’Ordre de la Rose-Croix)
IL MARTINISMO CONTEMPORANEO
La Francia, che nell’Invisibile, è la figlia primogenita d’Europa e che, per conseguenza, deve sempre conservare il centro dello spirito iniziatico, aveva visto la maggior parte delle logge massoniche allontanarsi da ogni sforzo spirituale per racchiudersi nei compromessi nefasti della politica e per scendere sempre più in basso sino a diventare dei centri d’ateismo e di materialismo.
Abbandonando lo studio dei simboli che dovevano trasmettere alle generazioni future, facendo, col pretesto dell’anticlericalismo, una incessante guerra ad ogni credenza nobile e ad ogni ricerca dell’ideale nell’umanità, i massoni francesi divennero rapidamente indegni di essere annoverati nel numero dei membri della grande famiglia massonica universale.
Fu allora che i maestri dell’Invisibile diressero la grande reazione idealistica e fornirono al Martinismo il mezzo di prendere una considerevole estensione.
Come Martinez aveva adottato lo Swedenborghismo il mezzo al quale doveva agire, come Saint-Martin e Willermoz avevano creato gli indispensabili adattamenti, così il Martinismo contemporaneo ha dovuto adattarsi all’ambiente e all’epoca, ma conservando all’Ordine il tradizionale carattere e il primitivo spirito. L’adattamento consistette soprattutto nell’unire strettamente l’opera di Saint-Martin a quella di Willermoz. Così gli iniziatori liberi creando direttamente altri iniziatori e sviluppando l’Ordine con l’azione individuale, qualificavano troppo l’opera di Saint-Martin.
Ma i gruppi d’iniziati e d’iniziatori retti da un centro unico e ordinati gerarchicamente, caratterizzavano il Willermozismo e dovevano essere oggetto di particolare attenzione.
Ecco perché il Martinismo contemporaneo costituì, accanto agli iniziatori liberi, il Supremo Consiglio, assistito dai Delegati Generali e dai Delegati Speciali, il quale amministrava le logge e i gruppi sparsi attualmente in tutta l’Europa e nelle due Americhe.
Non chiedendo alcun compenso, né diritti di ammissione, non esigendo alcun tributo se non un esiguo contributo alle spese generali, il Martinismo è rimasto fedele al suo spirito ed alle sue origini facendo della povertà materiale la sua prima regola.
In tal modo ha potuto evitare tutte le irritanti questioni di denaro che hanno causato tenti disastri in certi riti massonici contemporanei; e così ha potuto pretendere dai suoi membri un lavoro intellettuale sostenuto, creando scuole, distribuendo i loro gradi esclusivamente per esame e aprendo le loro porte a tutti a condizione di dar prova di ricchezza intellettuale o morale qualsiasi respingendo gli oziosi e i pedanti che pensavano di arrivare a qualcosa col denaro. Il Martinismo ignora le radiazioni per mancato pagamento della quota, ignora il tronco della vedova e i suoi capi solamente sono chiamati a giustificare il loro titolo partecipando, secondo il grado, allo sviluppo generale dell’Ordine.
Filiazione Martinista: Saint-Martin, Chaptal, Delaage
Il passaggio dei Martinisti ai gruppi che dovevano dargli l’estensione dell’epoca attuale è avvenuto per mezzo di un modesto occultista che fu sempre fedele a due grandi principi: la conservazione della tradizione iniziatica dello spiritualismo, caratterizzata dalla Trinità e la difesa del Cristo all’infuori di ogni setta. Sono i caratteri dell’Incognito a cui è stato affidato il deposito sacro e Henri Delaage, poiché è di lui che si tratta, preferì restare fedele alla sua iniziazione anziché fondare una setta non tradizionale come fece Rivail (Allan Kardec).
Società Astronomica di Francia
Al Dott. G. Encausse
Caro Dottore,
Non ho difficoltà a ripetervi oggi per iscritto quanto vi dissi ultimamente a viva voce a proposito di Henri Delaage. Ho avuto con lui frequenti relazioni dal 1860 al 1870 e mi ricordo che spesso mi ha parlato di suo nonno il ministro Chaptal e di Saint-Martin che suo nonno conosceva personalmente. Si era occupato, con Matter, della dottrina del Martinismo, sul quale quest’ultimo autore ha pubblicato un’opera presso la libreria Accademia Didier dove l’ho incontrato qualche volta.
Parigi, 19 Gennaio 1899
Firmato: Flammarion
Inoltre, ecco altri due estratti molto caratteristici di Delaage circa l’origine della sua iniziazione personale:
“Uomo di tradizione, noi ci riallacciamo, con tutte le fibre del cuore, alle sublimi istituzioni del Cristianesimo. La tradizione o conoscenza profonda di Dio, dell’uomo e della natura, è grandemente necessaria a tutti i popoli. L’uomo al quale essa è stata svelata nell’iniziazione e che incomincia a rivelarla per renderla visibile a tutti gli occhi, palpabile a tutte le mani, deve preoccuparsi di scegliere dei simboli, delle allegorie, dei miti che siano in relazione con i costumi, la natura, le conoscenze del popolo che egli aspira a dotare del prezioso beneficio della Verità. Altrimenti la rivelazione non rivelerà niente all’intelligenza né al cuore; inoltre, se esiste qualcosa capace di istupidire un uomo e di fare un perfetto cretino è mettergli sulle labbra e dinanzi agli occhi dei simboli di cui non afferra il senso, poiché, quando si comanda all’intelligenza di conservare nella sua memoria delle cose incomprensibili, inevitabilmente si impone allo spirito l’ordine di suicidarsi”.
“Abbiamo posto in linea di massima che all’inizio del mondo il peccato aveva abbrutito l’uomo avviluppando l’anima d’organi limitati e materiali che potevano metterla in relazione con le creature finite della terra, ma troppo limitate per consentirgli di essere, come prima della caduta, in diretto rapporto con Dio. Quindi, la lotta dell’iniziato contro gli elementi della Natura, sollevati contro l’uomo decaduto: la terra su cui egli trionfa penetrando nel suo seno; l’acqua, traversandola; il fuoco, passandovi; l’aria, dimorandovi impassibilmente sospesa; quindi anche la lotta con la propria carne che, con il digiuno e la castità, egli riduce in schiavitù; infine, la rinascita della sua anima alla potenza e alla luce della vita”.
Alcuni mesi prima di morire, Delaage volle consegnare a un altro il seme che gli era stato affidato e da cui non riteneva di poter estrarre alcun frutto. Povero deposito, costituito da due lettere e alcuni punti, riassunto della dottrina dell’iniziazione e della Trinità che aveva illuminato tutte le opere di Delaage. Ma l’Invisibile era presente e fu egli stesso che si incaricò di riallacciare le opere alla loro reale origine e di consentire a Delaage di affidare il suo seme a una terra in cui poteva svilupparsi.
Le prime iniziazioni personali, senz’altro rituale che la trasmissione orale di due lettere e alcuni punti, ebbe luogo dal 1884 al 1885, in via Rochechouart. Di là vennero trasferite in via Strasburgo dove videro la luce i primi gruppi. La prima Loggia si tenne in rue Pigalle, dove Arthur Arnold fu iniziato e intraprese così il cammino che doveva allontanarlo definitivamente dal materialismo. La Loggia fu poi trasferita in un appartamento in via de la Tour d’Auvergne dove le tenute d’iniziazione furono frequenti e fruttuose dal punto di vista intellettuale. I quaderni videro la luce (1887-1890) e fu allora che Stanislas de Guaita pronunciò il suo bel discorso iniziatico. Da questo momento i progressi sono rapidissimi
Il gruppo esoterico, la Libreria del Meraviglioso, creata e diretta da un laureato in legge, membro fondatore della Loggia: Lucien Chamuel, videro successivamente la luce e nel 1891 il Supremo Consiglio dell’Ordine Martinista veniva costituito con un locale riservato alle tenute e alle iniziazioni, in via Treviso 29, poi in via Bleue e infine in via Savoia.
Poi l’Ordine costituì delegati e Logge dapprima in Francia e in diversi Paesi d’Europa, poi nelle due Americhe, in Egitto e in Asia.
Tutto ciò è stato ottenuto senza che un Martinista abbia mai pagato un tributo e una Loggia abbia mai versato nulla al Supremo Consiglio. I fondatori hanno consacrato tutti i loro guadagni alla loro opera e il Cielo li ha degnamente ricompensati dei loro sforzi.
Ciò che distingue particolarmente l’iniziazione di Martinez, è l’apparizione, sin dal primo grado dei Cohen, del ternario. Ci sono tre colonne di colore differenti, dominate da una grande luce. Questo ternario, unificato nel quaternario, si sviluppa armoniosamente negli altri gradi. Nel secondo grado, la storia della caduta e della reintegrazione è presentata al recipiendario e i gradi seguenti servono ad affermare la riconciliazione della creatura con il suo creatore.
Tutti questi particolari sono necessari poiché i quaderni Martinisti contemporanei sono stati stampati nel 1887 e solo otto anni più tardi gli antichi catechismi delle Logge lionesi pervenivano al Supremo Consiglio a dimostrare l’integrità della tradizione da Martinez ad oggi.
Carattere del Martinismo contemporaneo
Derivando direttamente dall’Illuminismo cristiano, il Martinismo doveva adottarne i principi. Ecco perché le nomine sono fatte esclusivamente dall’alto in basso, il Presidente dell’Ordine nomina il Comitato Direttivo, il quale designa i membri del Supremo Consiglio e i Delegati Generali e amministra gli affari correnti; i Delegati Generali nominano i capi delle Logge i quali designano i propri ufficiali e sono maestri nelle loro Logge. Tutte le funzioni sono ispezionate direttamente dal Supremo Consiglio per mezzo degli Ispettori principali e degli Ispettori segreti.
Tale è il riassunto di questa organizzazione che ha potuto, senza denaro, espandersi considerevolmente e resistere sino ad oggi a tutti i tentativi di accaparramento tentati successivamente da diverse confessioni e soprattutto dal clericalismo attivo. L’Ordine ha resistito a tutto, anche alla calunnia che definiva i suoi membri sia degli inviati dei Gesuiti sia dei sostegni dell’inferno o dei maghi neri.
Ogni volta i capi sono stati prevenuti dei tentativi fatti e dei mezzi per evitarli ed ogni volta il successo è venuto a confermare l’alta origine delle segnalazioni fornite. Il Martinismo dunque si ricongiunge attraverso i suoi capi del Supremo Consiglio all’Illuminismo cristiano. Nel suo complesso l’Ordine è soprattutto una scuola di cavalleria morale che si sforza di sviluppare la spiritualità dei suoi membri con lo studio del mondo invisibile e delle sue leggi, con l’esercizio della dedizione e dell’assistenza intellettuale e con la creazione in ogni spirito di una fede tanto più solida quanto basata sull’osservazione e sulla scienza.
Il Martinismo costituisce dunque una Cavalleria d’altruismo opposta alla legge egoista degli appetiti materiali, una scuola nella quale si impara a ridare al denaro il suo vero giusto valore di sangue sociale, e a considerarlo un influsso divino, infine un centro nel quale si impara a restare impassibili di fronte ai turbini positivi o negativi che sconvolgono la società. Formando il nucleo reale di questa università vivente che rifarà un giorno il matrimonio della scienza senza divisione con la fede senza epiteto, il Martinismo si sforza di rendersi degno del proprio nome creando scuole superiori delle scienze metafisiche e fisiogoniche sdegnosamente escluse dall’insegnamento classico con il pretesto che sono occulte.
Così gli esami istituiti in queste scuole vertono sul simbolismo di tutte le tradizioni e di tutte le iniziazioni, sulle chiavi ebraiche e sugli elementi della lingua sanscrita, che consentono ai Martinisti che hanno subite queste prove di spiegare la loro tradizione a molti massoni titolati di alti gradi e dimostrare che i discendenti degli Illuminati sono rimasti degni della loro origine.
Tale è il carattere del Martinismo e si capisce che è impossibile ritrovarlo integralmente in ogni membro dell’Ordine che rappresenta un adattamento particolare di questi fini generali.
Ma quest’epoca di scetticismo, d’adorazione della fortuna materiale e d’ateismo aveva tanto necessariamente bisogno di una reazione veramente cristiana, indipendentemente da tutti i cleri, siano essi o cattolici o protestanti, e legata soprattutto alla Scienza che, in tutti i Paesi dove è penetrato, il Martinismo ha salvato dal dubbio, dalla disperazione e dal suicidio molte anime; ha riportato alla comprensione del Cristo molti animi che le manovre clericali e il loro scopo d’adorazione a Cesare, avevano allontanato da ogni fede.
Dopo di ciò, che si calunni, che si diffami o che si scomunichi il Martinismo, che importa! La Luce attraversa anche i vetri sporchi ed illumina tutte le tenebre fisiche, morali e intellettuali.
Gli avversari del Marinismo e le loro obiezioni
Malgrado le sue deboli risorse materiali i progressi dell’Ordine Martinista furono rapidi e considerevoli. Così il suo successo suscitò tre generi di avversari:
1) I materialisti atei che rappresenta molto bene il Grande Oriente di Francia.
2) I clericali.
3) Tutte le società e tutti gli individui che combattono Cristo e cercano di sminuire la Sua opera, apertamente o occultamente.
Quindi una ridda di obiezioni, di sottintesi che è necessario indicare per permettere ai membri dell’Ordine di distruggerli.
Materialisti
I materialisti, dopo aver accusato i Martinisti d’essere dei Gesuiti, degli alienati, dei “sognatori di un’altra età che non potrebbero far nulla in questo secolo dei lumi e della ragione”, sono stati messi in agitazione dai rapidi progressi dell’Ordine ed hanno tentato di copiare l’organizzazione dei Gruppi Martinisti senza riuscirvi; poiché essi hanno sognato di fare dei “gruppi di giovani atei” collegati al sistema elettorale del Grande Oriente.
E’ allora che ci si è preoccupati della questione del denaro. Un Ordine che procedeva così presto, doveva fruttare molto ai suoi fondatori! Quanto versavano al mese i membri? Nulla…. Quanto costavano i documenti dei Delegati? Nulla…. Chi pagava le spese di stampa, della corrispondenza, del segretariato e dei diplomi necessari per mettere in movimento un tale organismo? I Capi.
Dunque non si poteva più accusarli di trarre un profitto qualsiasi da un movimento al quale essi consacravano la maggior parte dei loro redditi.
Così le “persone pratiche” finiscono per credere che i Martinisti sono pur sempre convinti.
I Clericali
Gli attacchi dei clericali sono più perfidi e più scaltramente presentati. Lasciando da parte ogni questione materiale, se la prendono con lo spirito e, nonostante tutte le affermazioni e le evidenze contrarie, è impossibile per loro ammettere che gli occultisti, e il vostro servitore in particolare, non dedichino al diavolo qualche segreto culto.
I Martinisti quindi devono nascondere le loro intenzioni, e queste persone, che osano difendere il Cristo rimettono al suo posto il clero che lo vende tutti i giorni ai mercanti del tempio, si dedicano, secondo questi buoni clericali, alle più terrificanti evocazioni di Satana ed ai suoi più illustri demoni. E’ strano quanto sia difficile far entrare nella testa di un redattore di un giornale di sacrestia, l’idea che il clero e Dio possano agire indipendentemente l’uno dall’altro e che si può perfettamente ammettere la bontà di Dio e la capacità materiale del clero che vuol far credere di agire in suo nome, senza confonderli un istante. Attaccare un inquisitore, secondo il loro parere, significa attaccare Dio stesso. Alto la!
I Martinisti vogliono essere dei Cristiani liberi da ogni legame clericale e le accuse di satanismo faranno loro alzare le spalle, chiedendo il perdono del Cielo su coloro che li calunniano ingiustamente.
Racconteremo nuovamente, a questo proposito, la gigantesca farsa composta da Leo Taxil sul tema degli “occultistes diabilosants”?
Mostreremo nel suo vero aspetto la funambolesca società segreta dei “Laborum” della quale possediamo gli esatti nomi di tutti i dignitari?
Diremo in che modo lo stesso Taxil debba essere disposto a preparare una nuova mistificazione basata sulla “massoneria delle donne”?
A che serve?
Non è meglio lasciarsi insultare, calunniare, denigrare in ogni modo, senza rispondere diversamente che con il perdono e la dimenticanza?
Ogni nuovo attacco, essendo ingiusto e vile, vale al Martinismo un nuovo successo e non resta mai senza ricompensa. Ecco il vero messaggio delle leggi occulte e il vero uso delle facoltà spirituali dell’uomo.
Quando accusiamo gli scrittori clericali di burlarsi allegramente del pubblico ingenuo che ingoia i loro rospi e di usare procedimenti polemici indegni di un autore che si rispetti, si potrebbe credere che ci sia da parte nostra una animosità qualsiasi e una tendenza all’esagerazione. Così ci accingiamo a mettere i nostri lettori in grado di giudicare qualcuno di questi procedimenti.
Scegliamo l’ultima perfidia apparsa. L’autore, certamente, sarà ben felice d’essere presentato al pubblico. E’ un tale di nome Antonini, professore all’Istituto Cattolico di Parigi, e il suo libro si intitola: La Doctrine du Mal. Si parla di Satana, di Lucifero, del diavolo e del suo culto là dentro, voi non potete farvene un’idea!
Tuttavia gli manca l’estro di quell’eccellente Taxil, è scialbo e senza immaginazione. Non abbiamo più il buon Bitru, a cui Taxil staccò un pezzo dell’appendice caudale per offrirlo ai Gesuiti che l’accettarono con riconoscenza.
E’ beninteso che gli occultisti (segnatevi), e in particolare il vostro servitore, passano parte del loro tempo in compagnia del diavolo a fare anagrammi di cui Antonini stenta a trovare la chiave. Ma vediamo un pò un campione di questa prosa:
“Aulnay, Eliphas Levi, Desbarolles, de Guaita, per non citare che questi iniziati, riconoscono che Luce astrale significa Luce della terra, detta astrale perché la terra è un astro. Su che cosa si basa una allegazione così strana? La dichiarazione degli iniziati passa generalmente inosservata, ovvero fa sorridere. E tuttavia essa costituisce la confessione più grave e più concludente del loro satanismo. Poiché essi chiamano la terra un astro perché racchiude la grande stella caduta dai cieli, così come l’Apocalisse chiama Lucifero l’arcangelo che porta la luce e precipitato nel fuoco centrale della terra per aver voluto rendersi uguale a Dio“. (Doctrine du Mal; pag. 16)
Luce astrale vuol dire luce della terra
Il signor Antonini che si prende tanta pena per citare le parole esatte dei suoi autori non ha cercato di giustificare la citazione presente con una vera relazione, perché è semplicemente IDIOTA!
Se la cava inventando la citazione che gli consentirà di dire le allegre cose che seguono:
“La Terra che racchiude una stella! O miei professori d’astronomia! Dov’è questo sole; poiché una stella è un sole, a dar retta al mio buon amico e maestro Flammarion, dov’è, questo sole, caduto nella Terra, allorché deve essere più grosso d’essa, dov’è, questo mostro di sole che non si vede più?….. Questo Sole, signore e signori, è un arcangelo; quest’arcangelo è Lucifero e Lucifero sta nel fuoco centrale della Terra e la Terra non è scoppiata nel ricevere questo nuovo Sole nel suo seno!”.
Ed ecco in che modo gli occultisti confessano d’essere satanisti!
E’ molto semplice ed è questa la roccia sulla quale Antonini costruisce la sua argomentazione. Non si potrebbe essere più cortesi.
Gli avversari del Cristo
Se i clericali accusano i Martinisti di evocare Satana o qualche altro demonio in sedute segrete che non sono mai esistite se non nella loro fervida immaginazione, al contrario altre società che pretendono di studiare l’occultismo e “sviluppare le facoltà latenti nell’uomo“, senza credere del resto all’esistenza del diavolo, fanno circolare ipocritamente delle circolari confidenziali nelle quali accusano i Martinisti di passare il tempo praticando la magia nera.
Ora la pratica della magia nera consiste nel fare il male coscientemente e vigliaccamente, e nulla è più lontano dal fine e dai procedimenti essenzialmente Cristiani dei Martinisti di ogni tempo, vecchi e moderni.
I Martinisti non esercitano la magia, né bianca né nera. Essi studiano, pregano e perdonano le ingiurie. I Rosa+Croce spesso hanno dovuto combattere degli stregoni che abusavano dell’ignoranza e dello scetticismo contemporanei per cercare scioccamente di esercitare i loro talenti su vittime innocenti. Ogni volta, i Rosa+Croce hanno apertamente avvisato gli individui che essi erano dediti “al battesimo della luce” e che hanno combattuto con la preghiera.
Ma i Martinisti, non appartenendo alla Rosacroce, non hanno mai avuto da difendere collettivamente nessun altra causa all’infuori di quella della verità ed essi hanno agito sempre apertamente, pubblicando tutti gli atti e tutte le loro decisioni.
Invece coloro che diffamano nell’ombra e si nascondono quando si vedono scoperti, coloro che scrivono circolari ipocrite e che calunniano i Martinisti, della lealtà dei quali hanno paura, costoro non meritano che pietà e perdono, e, quando si vedono le facoltà latenti manifestarsi con tali procedimenti, si è portati a mostrare a questi uomini che la magia nera comincia dalla diffamazione anonima che, nel piano mentale, è generatrice di larve Kama-manasiche, come la bassa stregoneria del contadino analfabeta nel piano astrale.
A buon intenditore, salve!
Dott. Gerard Encausse (Papus) 1899