LA MASCHERA E IL TRILUME
LA MASCHERA E IL TRILUME
Il problema non è “ ESSERE “.
L’essenziale è “ ESSERE”.
L’essenza dell’ESSERE del “SE” più profondo.
ESSERE Iniziati in ogni luogo e tempo.
ESSERE in viaggio verso il centro.
ESSERE dentro l’essenza.
Essere per non dimenticare.
Allora il SE sarà al di la del tempo e dello spazio, e ogni luogo e ogni tempo sarà sempre l’inizio e la fine del tempo e dello spazio; i due principi che uniscono il tempo e lo spazio cesseranno di esistere, e l’iniziato sarà luce che illumina il tempo e lo spazio degli uomini.
Egli, non sarà più uomo del tempo.
Sarà uomo dei tempi e dello spazio.
Saprà adattarsi in ogni luogo e in ogni tempo perché in Lui vive la luce che governa il tempo e lo spazio.
Sarà piccolo come un granellino, ma potente nelle conoscenze.
Protetto dalla luce del mantello, saprà affrontare il tempo, lo spazio e i luoghi dove si troverà, con saggezza e sapienza.
La luce del Tritume gli ricorderà che le sue azioni saranno in corrispondenza con i tre piani divini, e con i tre piani fisici e animici.
La maschera gli ricorderà che dovrà agire da umano, con corpo da uomo e con spirito dell’ ESSERE.
Egli (L’ESSERE) saprà individuare il centro.
L’ESSERE saprà come adattarsi senza dissolversi nella selva umana perché Egli VIVE nel SE.
E se con la maschera – nera – l’iniziato martinista ha cancellato la propria personalità contingente – l’eterna maschera tragica che inconsciamente egli presenta al mondo e a sé stesso in funzione di un determinismo psicofisico casualmente organizzato – per costruire, o, meglio, riscoprire (scoprire di nuovo agli altri e a se stesso) ciò che in lui vi è di vero e di eterno, cioè l’eterno SE, e con ciò i tre piani di luce che l’iniziato si trova ad affrontare o per meglio dire a percorrere, così con il mantello, dal bianco puro, crea il supporto fisico per la realizzazione di quell’equilibrio interiore che gli permetterà di realizzare quella immersione totale nelle profondità del suo “io” più nascosto che sola può portarlo all’integrazione con la pura essenza dell’”ESSERE” e di cui il silenzio sarà l’espressione più immediata e insieme condizione imperativa.
Ma il primo, è un mantello formale; il vero mantello è un’aura di serena, omnicomprensiva e onniconciliante, eppur presente e partecipe nel lavoro dell’iniziato, quasi un campo magnetico, che origina nel centro dell’io con radice nell’essenza dell’essere, dove avviene il mistero della trasformazione e dove l’iniziato si chiude per isolarsi dal mondo profano, quasi una corazza contro l’impatto dell’effimero e del mondo fenomenico fatto di spazio-tempo, allo scopo di ritrovarsi, in se stesso , con se stesso, nel centro medesimo dell’Essere che è in lui ed è “LUI”.
Solo così, protetto dal magico mantello, l’iniziato di ogni tempo, può proteggersi dal mondo fenomenico e, nascosto dalla magica maschera di una personalità rinnovata può incamminarsi verso i tre piani della luce presente in ogni essere in ogni luogo e in ogni tempo.
Chi mai potrà disturbare il cammino dell’uomo rinato?
Chi mai e cosa potrà oscurare la luce eterna ritrovata?
Egli sarà come l’eremita della IX lama del tarocco, immagine dell’iniziato; un anziano vigoroso e severo, simbolo del tempo che non intacca la propria anima e il proprio spirito, simbolo di esperienze vissute e sofferte, che regge nella mano la lampada che gli illumina il cammino e la cui fiamma esile e vivissima egli protegge dagli elementi fenomenici, coprendola con il mantello ( la propria personalità rinata), la fiamma illumina anche l’interno quasi a ricordargli i due mondi a cui appartiene l’uomo: il mondo fenomenico e il mondo spirituale; luce che dopo aver vissuto separatamente su tre piani differenti, finalmente appare come una luce unica, unendo infine i due mondi apparenti in cui è vissuto e vive l’iniziato e l’uomo.
Luce unica che soffrendo con amore si è manifestata su tre piani, per aiutare gli uomini di desiderio a ritrovare l’unicità della luce.
Come potrà l’iniziato offrirsi al mondo fenomenico in si fatta operatività?
Solamente avvolgendosi nel santo mantello, manto di vuoto e di silenzio, in cui si spengono le mille tentazioni della vita, dopo esserci liberati con la maschera della falsa personalità creata dai milli condizionamenti dell’effimero spazio-temporale, potremo calarci nella profondità più recondita del nostro essere per scoprire la luce unica e non più trina, luce vivida che è insieme fuoco che alimenta il nostro desiderio tutt’uno con il nostro esistere: l’atomo della luce divina che da corpo e anima a ogni umana esistenza, la nostra volontà di esistere che è soprattutto volontà di essere: volontà di esistere per ESSERE.
“Eheieh” è il nome divino di Kether, la prima sephira dell’OzKim: “ Eheieh achèr Eheieh”, IO SONO COLUI CHE E’.
E se l’iniziato è colui che è, chi mai potrà disturbare la sua gioia di vivere in ogni tempo e in ogni luogo.
La tradizione è con Lui, i maestri passati vivono in Lui, egli incarna la luce di tutti i maestri passati e sempre presenti.
Come potrà il tempo distruggerlo?
Egli sa come poter affrontare anche l’era del ferro, perché vive fuori dal tempo e si ricorda sempre che il suo compito è di non far spegnere la fiamma che dovrà rimanere accesa in ogni circostanza; fiamma viva presente in ogni luogo non potrà mai spegnersi, in quanto il luogo e il tempo stesso sono fatte della stessa luce.
Dal Vademecum dell’associato incognito riporto:
“ Ricordati della situazione dei lumi, posti su tre piani di differenti colore ( nero,bianco, rosso).
Da questa situazione ti deve apparire in primo luogo il principio della gerarchia che deve trovarsi all’origine di qualsiasi organizzazione, particolarmente di quelle inziatiche.
La gerarchia, qui, termina col piano della luce, e il colore è a grado a grado meno luminoso come si scende più in basso.
Questa posizione dei lumi su degradanti colori ti deve dare l’idea precisa di ogni vera e stabile organizzazione sia essa sociale, scientifica, religiosa,esoterica,iniziatica.
Dalla meditazione su questa misteriosa disposizione dei lumi possono sgorgare altri fecondi insegnamenti che si compendiano in una quantità di rivelazioni per chi sa applicare quella analogia che, in questa precisa materia, si chiama la legge del ternario.
Tu, o fratello, devi sviluppare da te stesso, da te solo, la possibilità di applicare, dopo averla appresa e capita, la legge del ternario.
Medita con tutta la forza del tuo cuore e la provvidenza ti aiuterà. “
Ritengo utile ricordare la gerarchia come fine essenziale in ogni piano.
La dove non esiste gerarchia esiste il caos.
L’iniziato sa riconoscere i piani – siano essi sociali, religiosi, spirituali, esoterici – dove è presente la gerarchia, principio essenziale all’armonia.
L’iniziato martinista sa come ricreare la gerarchia.
attraverso il lavoro compiuto su di esso – lavoro gerarchico – trasporta all’esterno per analogia il lavoro svolto interiormente in modo silenzioso perché…………..
“ ATUN
con tre parti ho fatto il mondo
la quarta parte AUM…………( silenzio )
NERO – BIANCO ROSSO
ORO
RE-PRA
02/01/2021