ORDINE MARTINISTA ITALICO
Il più celebre passo di Saint Martin sull’iniziazione è il seguente:
“La sola iniziazione che predico e che ricerco con tutto l’ardore della mia anima è quella attraverso cui noi possiamo entrare nel cuore di Dio e far entrare il cuore di Dio in noi, per compiervi un matrimonio indissolubile, che ci renda l’amico, il fratello e la sposa del nostro divino Riparatore. Non vi è altro mistero per giungere a questa santa iniziazione che sprofondarci sempre più sin nelle profondità del nostro essere e di non mollare la presa, fin quando non siamo pervenuti a sentirne la viva e vivificante radice, in quanto allora tutti i frutti che dovremmo portare secondo la nostra specie si produrranno naturalmente in noi e al di fuori di noi, come vediamo accadere ai nostri alberi terrestri, in quanto aderiscono alla loro relativa radice e non cessano di estrarne i succhi” (Lettere a Kirchberger, 19 giugno 1797).
CENNI STORICI
Malgrado molti indichino nel mistico francese Louis Claude de Saint-Martin, vissuto nella seconda metà del XVIII secolo, il fondatore del martinismo, è bene ricordare che questi non ha mai creato nessun gruppo iniziatico, ma anzi prese le distanze sia dalla massoneria, così come dagli Eletti Cohen.
Come forma strutturata il martinismo trova la propria nascita nell’Opera del Papus, e successivamente ha raccolto indirizzi operativi, e strumenti di altri Maestri o gruppi che a vario titolo si riconoscevano nell’esoterismo cristiano: Martinès de Pasqually, maestro di Louis Claude de Saint-Martin, Robert Ambelain, Paul Sédir, Stanislas de Guaita, ecc., i quaali ovviamente vanno valutati in modo oggettivo e non apologetico.
Il martinismo nasce, così comelo conosciamo oggi, nel 1891, ad opera dell’esoterista francese Papus, al secolo Gérard Encausse, che fonda in Francia l’Ordine Martinista, dando vita, di fatto, al Martinismo moderno, diffuso in tutto il mondo e presente anche in Italia. L’Ordine, dunque, si rifà a Saint Martin, il quale, come già cennato, come struttura iniziatica che assomigliasse ad un ordine, bensì semplicemente come un “gruppo di amici”, con cui condividere la propria visione mistico-esoterica.
Papus (G.Encausse), nato a Corona – Spagna – il 13 luglio 1865, morto a Parigi nel 1916) era stato iniziato nel 1882 agli “Amici (o Intimi) di Saint-Martin” da Henri Delaage (1825-1882) che lo aveva consacrato Superiore Incognito. Augustin Chaboseau, a sua volta, aveva avuto la stessa trasmissione nel 1886 da una sua zia, Madame Amélie de Boisse Mortemart. Nel 1888, poco dopo la fondazione della Rosacroce kabbalistica (almeno secondo lo stesso Chaboseau e, poi, Robert Ambelain) Papus e Chaboseau si scoprirono ambedue discepoli legittimi e regolari di Louis-Claude de Saint-Martin, e si scambiarono reciprocamente le ricevute iniziazioni. Di qui la nascita, reale e certa, dell’Ordine Martinista come tale, primo ed unico, collegato a quello della Rosacroce kabbalistica per entrare nel quale ultimo era necessario possedere il terzo grado martinista. La documentazione in proposito è chiara ed inequivocabile.
Papus – come afferma Jean Chaboseau – fu l’anima e l’animatore di questo movimento. “L’esistenza di un Ordine Martinista è un fatto preciso e tutti sanno che esso fu fondato da Papus, già iniziato alla tradizione di Saint-Martin. Egli raccolse intorno a sé dei martinisti già iniziati come lui individualmente, per dare corpo a quest’Ordine che nacque nel 1891”.
La Discendenza di Papus, sempre riconosciuta come legittima, valida ed unica (e da lui indicata fino agli Intimi di Saint-Martin), convalidata dallo scambio di iniziazioni avvenuto nel 1888 tra lui ed Augustin Chaboseau. Può essere tracciata secondo la seguente Genealogia:
Saint.Martin | Saint-Martin |
Chaptal | La Noue |
Barnois (??) | Hannequin |
Delaage | La Touche |
Desbarolles | Boisse de Mortemart |
Papus | A. Chaboseau |
Papus – A. Chaboseau | |
Chaboseau – Papus | |
P a p u s
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Ogni gruppo martinista purché sia iniziaticamente legittimo (e cioè che ogni suo membro abbia avuto regolari e tradizionali iniziazioni tramite chi ne aveva i poteri) si può organizzare come meglio vuole purché – come disgraziatamente succede – non si creino nuovi rituali e non vi si introducano elementi estranei anche se ritenuti (e chi può dirlo) più vicini ad una ortodossia . Nel caso malaugurato ciò accadesse, forse sarebbe giusto non fare più alcun riferimento ad una discendenza martinista ed avere il coraggio e l’onestà spirituale di identificarsi con un nuovo nome.
Louis-Claude de Saint-Martin fondò una “piccola scuola a Parigi” pochi anni dopo la morte del suo maestro Martinès de Pasqually. Questa comunità o cenacolo di amici, mirava alla spiritualità più pura. Egli integrò le dottrine di Martines nella sua e istituì come unico grado quello di S:: I::, non vi erano altri gradi. Una unica iniziazione con l’imposizione delle mani e l’invocazione del santo nome.
Nella maggior parte delle allora società segrete l’avvio viene fatto per gradi. Qui, Saint-Martin scelse di stabilire una trasmissione prima di tutto morale e spirituale. Questo metodo è la chiave che apre la porta interna dell’anima con la quale comunicare con le sfere dello Spirito. In questo metodo non esiste più, nessuna condizione, nessuno stato intermedio. Era necessaria solo una manifestazione del desiderio, un impegno dell’anima e un risveglio della vera volontà.
I principi erano identici ma anche diversi da quelli dell’Ordine degli Eletti Cohen.
Tecniche e preparativi rituali, per esempio, sono sempre stati relativamente semplici nella scuola di Saint-Martin.
Quest’ultimo ha considerato che la preparazione è il risultato della vita che si prende interiormente ed esteriormente.
In questa operare mistico, a differenza di alcuni passi magici e teurgici, è centrale il nostro lavoro quotidiano interiore, il nostro “atteggiamento morale di purezza” nella vita quotidiana prende il posto della preparazione. Ciò significa che tutte le preparazioni rituali sono inutili per coloro che non praticano questo percorso interiore. È l’unica condizione per l’avvicinarsi della vera purezza interiore.
È per questo motivo che l’Ordine Martinista ha sempre considerato il lavoro giornaliero di preparazione come una condizione morale per la formazione dell’uomo. In questo caso non si rese necessario creare un nuovo Ordine.
Questa prima fase di preparazione è quindi fondamentale. Questo stato è spirituale costituisce un percorso interiore infallibile.
Come si può immaginare, si deve studiare la cabala, la teologia o qualsiasi altra scienza per impegnarsi moralmente in un tale percorso interiore. L’intellettuale non ha nulla a che fare con questo tipo di consapevolezza. Il percorso non è riferibile a un qualcosa di accademico-nozionistico, ma è riferito a un piano meta razionale, che si sviluppa in modo graduale e in diverse fasi.
Questo è quello che era l’Ordine Martinista delle Origini.
Fu solo con Papus e i suoi successori che nacque il desiderio di rendere il Martinismo un ordine strutturato in gradi che porta verso l’unico grado nato e trasmesso inizialmente da Saint-Martin, quella di S.I. (Superiore Incognito).
Fu l’Ordine cabalistico della Croce delle Rose (già esistente) che nel 1891 chiese a Papus di sviluppare l’avvio del Superiore Incognito sotto forma di un Ordine esterno, il cui ruolo essenziale sarebbe stato la spiritualità cristiana e la cavalleria. Papus scelse di strutturarlo secondo la scala massonica in tre gradi. L’unica vera intuizione fu, ovviamente, l’ultima, quella di S.I. (Superiore Incognito). Nessuna ambiguità nella missione affidata a Papus. Si trattava di permettere a un maggior numero di persone di scoprire il pensiero di Saint-Martin e di intraprendere il cammino morale rappresentato nella forma più pura della cavalleria cristiana.
Questa struttura ha dato una certa continuità all’Ordine Martinista che ha continuato a svilupparsi dopo la morte di Papus e a ramificarsi seguendo i capricci della sua storia.
L’ORDINE MARTINISTA ITALICO – filiazione Louis-Claude de Saint-Martin, derivata dagli insegnamenti e dalla trasmissione iniziatica di Martinès de Pasqually e riferita, altresì, alle dottrine di Jacob Böhme – si prefigge lo scopo di operare sull’individuo al fine di reintegrarlo in quei poteri e quegli stati di coscienza.
L’ORDINE MARTINISTA ITALICO, rifacendosi agli insegnamenti di Louis-Claude de Saint-Martin, che è bene ricordare ancora una volta non ha mai creato nessun gruppo iniziatico, non ha la pretesa di vantare primazie, fermo restando che i S:::I:::I::: costituenti vengono dalla linea tradizionale Caracciolo Ventura, universalmente riconosciuta.
L’Ordine, che pertanto si richiama a detta linea tradizionale, utilizza i rituali legittimamente trasmessi dal Gran maestro Aldebaran, al secolo Gustavo Ventura, proponendosi come un “gruppo di ricercatori del profondo”, che condividono un cammino spirituale e una visione mistico-esoterica, quindi un vero e proprio convivium di uomini di desiderio.
L’Ordine conferisce la trasmissione iniziatica da Maestro ad allievo, necessaria per risvegliare le potenzialità insite in ciascun Uomo di desiderio, ossia di colui che ha intuito la natura divina insita nella forma umana, che vuole essere consapevole e percorrere il sentiero della reintegrazione per liberarsi dal condizionamento e dal determinismo della caducità umana.
L’ORDINE MARTINISTA ITALICO, accetta uomini e donne di qualunque credo, senza distinzione alcuna, a condizione che:
- siano maggiorenni;
- non abbiano subito condanne penali infamanti;
- possiedano un grado d’istruzione adeguato o dimostrino una cultura sufficiente per affrontare le dottrine esoteriche e i problemi metafisici;
- siano persone libere, anche nel senso che non dipendano da altre associazioni che richiedono giuramenti restrittivi, da soggetti politici che li obblighino a far propaganda o adattarsi ad esserne informatori;
- siano in grado di provvedere finanziariamente a se stessi e alla propria famiglia;
- siano certi di comportarsi sempre lealmente e onorevolmente verso l’Ordine ed i suoi Superiori;
- credano all’esistenza di un Ente Superiore e all’immortalità dell’anima.
Il martinista deve essere consapevole che esiste una verità eterna e che esistono dei poteri latenti nell’uomo che possono risvegliarsi. Questo risveglio può avvenire dolcemente attraverso la purificazione del nostro cuore ed allora, se è puro di cuore, non abusandone, si verificherà la morte della materia, la putrefazione, attraverso la connessione del proprio cuore col cuore universale. Dal nero della materia si andrà verso il rosso del fuoco purificatore e quindi verso la luce.